Autotrasporto: l’odissea per un caffè o una doccia
di Cinzia Franchini, portavoce di Ruote Libere
Lo avevamo denunciato più volte nei mesi scorsi, anche a novembre, all’indomani delle prime decisioni prese in fretta e furia dal Governo per fronteggiare la seconda ondata della pandemia, ma ora la situazione è, se possibile, ulteriormente deteriorata e quel che è peggio è che questa appare ormai non più come una emergenza, ma come la nuova normalità. Ci riferiamo alla chiusura indiscriminata di ristoranti e bar alle 18: una scelta che sta rendendo difficile la vita lavorativa di tanti autotrasportatori che, per servire le aziende e continuare a garantire i servizi essenziali al Paese, viaggiano sulle strade indipendentemente dai coprifuoco fissati a tavolino dal Comitato tecnico scientifico.
Questa mancanza di attenzione dimostra ancora una volta quanto il Governo, al di là degli slogan, abbia davvero poco a cuore la categoria degli autotrasportatori. Fuori dalla rete autostradale è impossibile trovare un bar o un ristorante aperto, mentre nelle catena di ristorazione autostradale i prezzi sono lievitati in modo inaccettabile. Si arrivano a pagare 25 euro per due panini, due bibite e un pacchetto di biscotti. A questo si somma l’odissea alla quale sono costretti gli autisti che, fuori casa per intere settimane viaggiando e dormendo sul camion, devono usufruire delle docce o dei servizi igienici.
Spesso le docce sono chiuse o – a causa della riduzione del personale – capita di trovarle allagate o fuori servizio.Una vergogna tutta italiana dal momento che in molti altri Paesi europei, a partire dalla Francia, sono tanti i ristoranti, anche fuori dalla rete autostradale, dove è possibile fermarsi per un pasto e per una doccia semplicemente esibendo una patente professionale.
A questo punto chiediamo al ministro Paola De Micheli e al Governo a oggi ancora in carica, di fare altrettanto prendendo a riferimento quando accade già altrove senza alcuna difficoltà. Vorremmo credere che i complimenti della De Micheli con tanto di sottofondo musicale agli autotrasportatori che non si sono mai fermati durante la pandemia non siano solo una melensa presa in giro. Perché la nostra categoria non merita anche questa beffa.