di Alessandra Micelli, ex giornalista, autotrasportatrice per scelta (Italiana Trasporti)
Da giorni assistiamo a uno sciopero che stenta a decollare. C’è chi ha paura delle conseguenze. C’è chi non può permettersi di stare fermo nemmeno un giorno. C’è chi teme che questo sciopero, come tanti altri, non porti alcun cambiamento. Eppure di cambiamento ce ne sarebbe bisogno. Siamo un settore sconosciuto dai cittadini, ma senza il quale i cittadini non sopravviverebbero. Cibo, medicine, carburante, ma anche penne, cellulari, vestiti, occhiali, giornali, qualunque cosa possa venire in mente arriva nelle case di tutti grazie a noi. Eppure, nessuno conosce il calvario che ogni giorno siamo costretti a sopportare. Nell’ultimo anno il prezzo del gasolio è cresciuto di oltre il 25%. L’AdBlue del 100%. I pezzi di ricambio fra il 20% e il 70%. Aumenti insostenibili per chi non può ribaltarli sul cliente finale.
Perché a differenza di tutti gli altri settori, l’autotrasporto soffre un peccato originale da cui non riesce a liberarsi. E da cui nessuno ha mai cercato di liberarlo. Prezzi troppo bassi. Concorrenza sleale. Criminalità. Evasione. Furto.
Com’è possibile che alcuni autotrasportatori riescano a viaggiare facendosi pagare meno di quanto spendono? Chi venderebbe qualcosa senza guadagnarci, ma addirittura andandoci a perdere? Solo chi trae profitto non dal trasporto, ma da qualcos’altro. Rubando il gasolio, per esempio. Pratica nota all’intero comparto e su cui tutti, committenti compresi, scelgono spesso di chiudere un occhio. In cambio, appunto, di prezzi incredibilmente favorevoli. O decidendo di trasportare, sui camion, non solo la merce richiesta. Ma anche qualcos’altro. Magari poco legale. Oppure facendo viaggiare i propri dipendenti ben oltre i limiti previsti dalla legge, spremendoli fino all’osso. Raccogliendo multe e non pagandole mai. Perché tanto le aziende si chiudono e si aprono. E nessuno viene mai punito.
Ecco perché parlo di concorrenza sleale. Di illegalità. Di incertezza del diritto. Di latitanza della Legge. Ecco perché quello che serve all’autotrasporto non è un sussidio dello Stato, come credono in molti. All’autotrasporto serve che le leggi vengano rispettate. Ma per davvero. All’autotrasporto serve per un viaggio che costa 10 non si possa chiedere 8. All’autotrasporto serve che chi chiede 8 venga fermato. Perché dietro quella differenza non c’è un guadagno. C’è l’illegalità. C’è il crimine. C’è l’ennesima dimostrazione che in Italia vince chi ruba.
Ecco perché gli autotrasportatori stanno scioperando. Perché i costi sono diventati così alti che conviene più non lavorare che lavorare. Che paradosso. Un trasportatore che guadagna meno quando trasporta di quando non trasporta! Ecco perché stiamo scioperando. Perché piuttosto che andare a rubare preferiamo appendere le chiavi al chiodo. Con la speranza, speriamo non vana, di non dover mai arrivare a rubare anche noi.