di Cinzia Franchini, portavoce di Ruote Libere
Si scrive “ottimizzazione dei tempi della logistica” ma si legge “sfruttamento degli autotrasportatori”. La perdita di diritti e di dignità che da anni investe il settore dell’autotrasporto, si alimenta ogni giorno di nuovi tasselli. La realtà descritta dai camionisti che lavorano con molti dei grandi operatori della logistica è davvero emblematica della gravità della situazione. Quello che accade, in tanti di questi poli logistici, è semplice: una volta giunti presso i magazzini di smistamento delle merci, a qualsiasi ora del giorno o della notte, occorre consegnare le chiavi del proprio camion agli addetti incaricati alla movimentazione. Si è quindi costretti ad attendere che il proprio camion venga caricato o scaricato in una saletta appositamente riservata agli autisti, spoglia e arredata solo con tavoli e sedie e già qui si aprono mille interrogativi sulla liceità di tale pratica in considerazione del fatto che per le norme vigenti l’autista è responsabile del proprio carico inclusa la sua corretta collocazione sul pianale.
Nella saletta “autisti” si possono attendere anche diverse ore, senza poter riposare in alcun modo, se non appunto accovacciandosi su una sedia. Finite le operazioni di carico all’autotrasportatore vengono riconsegnate le chiavi che a quel punto deve rimettersi in viaggio, senza aver riposato in alcun modo.
Accade così che secondo la normativa sui tempi di guida e riposo il mezzo risulta aver “riposato” perché fermo in ribalta per il carico mentre l’autista non ha dormito per nulla. Ricordiamo infatti che il cronotachigrafo registra l’attività dell’autocarro e non paradossalmente quella di chi lo guida. La tanto sbandierata efficienza che permette ai clienti di avere prodotti prenotati online in tempo reale viene quindi pagata sulla pelle di autotrasportatori che accettano questa vergogna per mancanza di alterative e spesso per la paura di ritorsioni lavorative. Un lavoro sottopagato e sfruttato che, come l’allargamento del Decreto flussi dimostra, sta diventando nel tempo sempre più un bacino per accogliere nuovi schiavi da Paesi esteri.