Autostrade, polveri e coerenza
Per coerenza, ad ascoltare quanto affermato da Paolo Gandolfi (Pd), membro della commissione Trasporti alla Camera dei Deputati, a questo punto si dovrebbero chiudere uno o più tratti di autostrade. Intervenendo alla Fiera di Rimini al talk-show organizzato da Federmotorizzazione sul tema «Mobilità 4.0», il deputato di Reggio Emilia (relatore, tra l’altro, della Legge sull’omicidio stradale) ha fatto sapere che il 30% delle polveri sottili imputabili al traffico automobilistico arriverebbe proprio dall’autostrada A1 che lambisce il capoluogo di provincia. A questo punto, per coerenza, visto che si blocca la circolazione nei centri urbani per smog (le colpe ricadono sempre e solo sulle auto, più facili da colpire), bisognerebbe fare altrettanto con i tratti autostradali, ma anche con le trafficate tangenziali, che passano vicino alle città. Il risultato?
Rischio di caos totale
Il caos totale e il blocco del Paese, trasporti delle merci su gomma compresi. Meglio allora continuare con soliti stop, anche della serie «di tutta l’erba un fascio» come deciso tempo fa dal sindaco di Torino, Chiara Appendino.
Si vuole pulire l’aria ammorbata? Allora si blocchi veramente tutto: dal traffico alle caldaie alle fabbriche, ma per giorni, giorni e giorni. E ancora giorni. Invece ci sono amministrazioni comunali che puntano, colpendo sempre l’auto, a «pulire» l’aria e liberare spazi solo in determinate zone delle città, ovviamente quelle centrali e più radical-chic, evitando anche di creare nuovi parcheggi sotterranei.
E chi se ne importa se la massa di traffico in entrata si sposta nelle zone periferiche che, invece, possono essere «ammorbate» e intasate.
Il caso Pavia
Una polemica del genere riguarda, proprio in questi giorni, Pavia, dove l’amministrazione comunale guidata da Massimo Depaoli (Pd-Lega Ambiente) ha messo in ginocchio numerosi esercizi commerciali del centro, penalizzati dalla chiusura totale della zona alle auto, e detto no alla realizzazione, proposta da un privato e praticamente a costo zero, di un maxi-parcheggio sotterraneo da 300 posti a ridosso dell’area centrale. Ognuno va per conto suo. E di coerenza, ovviamente, nemmeno l’ombra: sarebbe il caos. Meglio le toppe e punire i soliti noti. A risolvere i problemi, veri, ci penseranno altri.