Foto: Roberto Tomasi, ad di Aspi

Autostrade: 6,1 miliardi di investimenti e tante colonnine

La nuova Autostrade per l’Italia punta a diventare «un gestore della mobilità e non solo un gestore della concessione». Dove innovazione e mobilità sostenibile sono le parole chiave che ridisegnano la nuova società al 2024, come illustrato dall’amministratore delegato, Roberto Tomasi, alla guida della società da quasi due anni. «Un piano di trasformazione – espressione usata più volte da Tomasi nella presentazione – che traccia il nuovo corso dell’azienda per voltare pagina dopo la tragedia del Ponte Morandi di Genova. In un contesto di «forte evoluzione», è la premessa, c’è bisogno di un rinnovamento radicale del tessuto infrastrutturale stradale, con un cambio del paradigma di trasporto, su tutti i fronti, accelerato dalle implicazioni della crisi innescata dal Covid. Si parte dagli investimenti (6,1 miliardi di euro al 2024, +110% rispetto al piano precedente 2015-2019, di cui 2,5 miliardi per la manutenzione, il 60% in più) per arrivare al «forte piano di assunzioni», che prevede 2.900 nuovi ingressi sempre al 2024 («Un elevato focus di assunzioni su risorse Stem – spiega Tomasi– per far fronte ai bisogni delle aree tecniche e a requisiti di upskilling guidati dalla Digital Transformation; potenziamento della diversità di genere come azione strategica di sviluppo»)

l piano delinea anche un nuovo assetto organizzativo con la nascita di nuove controllate. «Nella nuova visione – ha argomentato Tomasi – Aspi è un gruppo che gestisce diverse società». Si tratta nel complesso di quattro grandi aziende: Autostrade Tech, «la società tecnologica del gruppo» specializzata in ricerca e sviluppo; Tecne che si occupa di ingegneria e realizzazione «per accelerare la realizzazione di progetti chiave per l’evoluzione della rete». Poi c’è Pavimental (acquisita ora al 100%) «per creare un player di eccellenza delle costruzioni». Quindi «arriviamo alla neonata ’Free to Xperience, dedicata allo sviluppo di servizi avanzati per i viaggiatori, con soluzioni mirate a migliorare la sostenibilità ambientale e l’esperienza di viaggio, anche fuori dall’autostrada.

Tra gli obiettivi del nuovo piano c’è anche la realizzazione della più grande rete italiana di ricarica per veicoli elettrici in ambito autostradale. »Da febbraio saranno attive le prime due stazioni – ha affermato Tomasi – stiamo avviando in questi giorni tutte le richieste per 134 nuovi punti di ricarica«. E ha sottolineato: »Siamo molto attenti sulla parte di infrastrutturazione elettrica perché riteniamo che noi oggi dobbiamo infrastrutturare mettendo la migliore soluzione possibile».

Il piano prevede la completa digitalizzazione del modello operativo con 170-200 milioni di euro investiti nel 2021-2023, così da avere una Aspi «data-driven, sicura, veloce, trasparente». La «nuova visione» del Gruppo Autostrade per l’Italia, si legge nelle slide illustrate dal ceo, prevede «una gestione integrata del ciclo di vita delle infrastrutture di mobilità (ricerca, ingegneria, costruzione, esercizio, manutenzione); l’offerta di servizi innovativi ai viaggiatori, anche oltre le autostrade; l’innovazione e la ricerca applicata all’ingegneria per la trasformazione in infrastruttura smart; la sostenibilità al centro della creazione del valore». Al centro c’è «un grande sforzo» di manutenzione: «Abbiamo speso 650 milioni di euro di manutenzione della rete autostradale nel 2020 e spenderemo oltre 600 milioni nel 2021», ha assicurato Tomasi.

Le slide indicano che in un anno sono state 19.000 ispezioni in più a ponti, viadotti, cavalcavia e gallerie), e che è stato avviato un programma di mappatura digitale della Rete (Argo). La sorveglianza, ha spiegato, «è gestita da terzi e da società di primario valore internazionale affinché possa essere un punto di piena trasparenza nei confronti del Mit. Abbiamo fatto anche un turnaround di tutte le posizione manageriali – ha aggiunto – con inserimenti strategici anche di professionalità con esperienze diverse». «Il nostro piano industriale disegna e attua una nuova visione», ha sintetizzato l’ad. «Da un lato – ha proseguito – consolidiamo la rivoluzione avviata sul fronte degli standard per la gestione della rete autostradale, programmando il più rilevante piano di manutenzione e investimenti del nostro Paese, che ci consentirà in pochi anni di ammodernare e innovare profondamente la rete, prolungandone lo stato di conservazione ottimale al 2080. Dall’altro lato, trasformiamo quella che era una concessionaria autostradale in un operatore integrato di mobilità di livello europeo, dove il ciclo di vita delle infrastrutture, le attività di ingegneria e di innovazione tecnologica, la gestione della viabilità e dei servizi al cliente vengono gestiti in modo sinergico e con un’attenzione forte allo sviluppo sostenibile».

In questo modo, ha aggiunto, «potremo mettere il nostro know-how, i nostri servizi e le nostre soluzioni a disposizione anche delle grandi aree metropolitane italiane ed europee, così da dare vita a sistemi di mobilità sempre più efficienti e sostenibili. Questa è la nostra sfida: gestire al meglio le infrastrutture con il supporto delle tecnologie più avanzate, generare innovazione e crescita sostenibile, attivare occupazione stabile e di qualità, a servizio del sistema Paese».

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