Autoshock, viaggio nella rivoluzione elettrica

In Europa centinaia di migliaia di posti di lavoro saranno messi in pericolo dall’attacco ai motori diesel e a benzina e dall’avvento dell’auto elettrica. Basti pensare che nel Continente ci sono ben 126 fabbriche che assemblano motori, cambi e trasmissioni (5 sono in Italia) e che danno lavoro a 112mila persone: ma nelle auto elettriche non ci sono né motori a scoppio, né cambi, né trasmissioni.

Uno studio dell’istituto Ifo tedesco per l’associazione automobilistica Vda stima che solo in Germania 600mila posti di lavoro saranno influenzati direttamente o indirettamente dalla transizione verso veicoli elettrici.

Sono alcuni dati contenuti nel libro Autoshock del giornalista Guido Fontanelli (Mind Edizioni, 14 euro) che racconta la rivoluzione dell’auto elettrica e il suo impatto sulla società e sull’economia, con i rischi che rappresenta per il settore dell’automotive italiano.

L’allarme di AsConAuto

Nel libro si ricorda che anche le officine di riparazione sono un comparto in pericolo. Secondo Giorgio Boiani, vicepresidente dell’Associazione nazionale consorzi concessionari auto (AsConAuto), 100mila aziende si dovranno reinventare e dovranno diversificare la propria attività. Considerando cinque addetti ognuna, siamo a un potenziale di 500mila posti di lavoro in pericolo.

L’Italia si dia una “scossa”

L’Italia dunque rischia grosso se non si adegua al cambiamento: se non incentiva l’adozione di vetture elettriche, non getterà le basi per un vero mercato. E senza un vero mercato l’industria resterà legata ai motori a scoppio, invece di spostare l’attenzione alle batterie, aimotori elettrici, ai sistemi di frenatura rigenerativa.

Partendo da alcune sorprendenti notizie storiche (la prima auto era elettrica ed è stata inventata prima di quella a benzina, tra il 1837 e il 1839, la data è incerta, quando l’Italia non era ancora unita e quando a Londra la regina Vittoria aveva appena iniziato il suo lungo regno…), Autoshock (Mind Edizioni) accompagna il lettore in un affascinante viaggio alla scoperta dei segreti dei veicoli del futuro e della battaglia che si sta preparando tra i produttori, con interviste a esperti di batterie e a ricercatori del settore energetico, al ministro dell’Ambiente norvegese e ai manager di grandi Case automobilistiche, cercando di rispondere ai dubbi sulle nuove tecnologie e sulla capacità dell’Italia di adeguarsi al cambiamento.

1 Comments

  1. maximilien1791 says:

    E certo, l’incentivo per le auto elettriche che sono dei veicoli completamente inefficienti sarebbe di realizzare con la spesa pubblica la costosa infrastruttura di ricarica e con quali risultati ?
    Finire con l’avere un auto in più da usare in città a mo di scooter ed una per andare in campagna al weekend.
    Raccontando che si diminuisce l’inquinamento ed invece lo si delocalizza e basta.

    La verità caro Bonera è diversa, la popolazione stà invecchiando, ai giovani delle auto e delle moto non frega nulla , oggi un auto costruita 15 anni fa percorre tranquillamente 200.000 km con un minimo di manutenzione quindi uno se ha più di 50 anni e non è uno spendaccione l’auto se la tiene fino alla morte.
    Non saranno certo quei 100 euro a cui costo al cotruttore la “connettività” ed una telecamera posteriore a decidere di buttare 30.000 euro in un auto nuova.

    Con l’elettrico è tutto diverso , si COSTRINGONO i consumatori ad acquistarle con la balla del PM10 però ci vuole l’infrastruttura , e facciamola pagare a tutti con una bella accisa su carburanti o meglio in bolletta come il canone RAI.

    MA ci prendete per fessi ?

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