di Francesca Re David, segretario generale Fiom
È la prima volta in assoluto che Federmeccanica insieme a Fim, Fiom, Uilm presentano un documento comune sull’automotive. Questo dimostra la straordinarietà della situazione della crisi dell’automotive in Italia, sono a rischio oltre 70mila posti di lavoro. L’automotive è il cuore pulsante della nostra industria. Serve un piano straordinario, altrimenti potrebbe saltare un intero settore industriale. Lanciamo un appello al Governo e al presidente del Consiglio sulla necessità di un confronto che non è più rinviabile per individuare le azioni strategiche da compiere per la transizione ecologica e industriale della mobilità del futuro.
I dati sull’andamento dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali forniti dall’Inps evidenziano la gravità della situazione: nel 2019 sono state utilizzate 26 milioni di ore di cassa integrazione, nel 2021 quasi 60 milioni. L’obiettivo deve essere tornare a produrre in Italia 1,5 milioni di veicoli per salvaguardare l’industria e l’occupazione nel nostro Paese ed essere competitivi sul mercato globale ed europeo.
Siamo passati da secondo a ottavo produttore di auto in Europa. Attualmente viene utilizzata solo la metà della capacità produttiva installata, con 700mila auto prodotte nel 2021.
Francia e Germania stanno già mettendo in campo politiche industriali per affrontare la transizione, mentre il Governo italiano non sta svolgendo nessun ruolo. Il Governo deve intervenire nominando un’Autorità, che coordini i ministeri interessati sotto la Presidenza del Consiglio, che abbia una dotazione di risorse finanziarie per la transizione industriale garantendo l’occupazione negli stabilimenti Stellantis e in tutta la componentistica, anche attraverso l’utilizzo di un ammortizzatore sociale per la transizione.