di Paolo Capone, segretario generale Ugl
La crisi straordinaria che ha colpito il settore automotive sta avendo ripercussioni drammatiche sul piano occupazionale e sulle prospettive di sviluppo del Paese. Il calo della domanda e l’impatto della transizione ecologica stanno mettendo a rischio il tessuto produttivo del Paese. Parliamo di una minaccia che riguarda oltre 70mila posti di lavoro. Il Governo convochi imprese e sindacati per mettere a punto un piano di rilancio del comparto automotive e di sostegno alle aziende dell’indotto.
Servono investimenti e risorse senza precedenti per scongiurare il pericolo di desertificazione industriale e salvaguardare i livelli occupazionali. E’ essenziale, inoltre, accompagnare i processi di transizione in corso mediante una regolamentazione lungimirante che non sia fondata su logiche punitive, ma su incentivi diretti ad agevolare i percorsi di riconversione e di formazione, favorendo al contempo la ricerca e lo sviluppo.