Luca Apollonj Ghetti

Automobili e auto…mobili

di Luca M. Apollonj Ghetti
No! Ma per favore! A leggere i giornali specializzati e i comunicati stampa di tutte le Case automobilistiche e degli specialisti di elettronica, sembra che da domani arrivi la guida autonoma. Cioè, sembra quasi che finalmente qualcuno abbia inventato l’ auto…mobile nel vero senso della parola. Quando mi soffermo a pensarci però mi sorgono una serie di dubbi. Anzi, direi che mi viene quasi un attacco di orticaria. Ma di cosa stanno parlando tutti quanti o sono così invecchiato da non capire più nulla?
La scorsa settimana mi sono messo alla guida di una vettura medio piccola (non faccio né nomi né cognomi) per un viaggetto. Avevo appena varcato l’uscita dell’autorimessa e si è accesa la spia della pressione della gomma anteriore destra e ho subito pensato che se fossi stato all’interno di una auto…mobile probabilmente mi sarei trovato parcheggiato immediatamente al bordo della strada con una miriade di luci accese e voci metalliche a indicare pericolo. Mi sono visto con gli auricolari e una bomboletta di aria compressa in mano ad ascoltare le procedure per ripartire. Per fortuna, dopo circa cento metri, c’era uno di quei posti dove vendono benzina e ti puliscono il vetro – mi pare si chiami – distributore o stazione di servizio e ho scoperto che le gomme erano a posto. Un volgare contatto aveva fatto accendere la spia: quando ho rimesso in moto la macchina tutto era di nuovo a posto e ho potuto proseguire, ma ormai era scattata la scintilla.
Ma cosa succede?
Al primo segnale che imponeva di passare da 90 km/h a 30 mi sono irrigidito sullo schienale in attesa di un Tir che mi avrebbe tamponato se solo fossi stato sulla famosa auto…mobile di cui tutti discettano.
Stesso effetto nell’imboccare una rampa autostradale a 40 km/h. Subito dopo ho cominciato a guardareil casello di ingresso dell’autostrada come ad un miraggio. Sapevo che non era vero, ma il percorso di avvicinamento prima a 60 poi a 30 mi è cominciato a sembrare eterno. Tutti mi suonavano e mi sfrecciavano di fianco chi a destra chi a sinistra ma tutti con la mano che mostrava un dito o due in atteggiamento aggressivo. Mi sono risvegliato dall’incubo e sono ritornato alla realtà. Sia ben chiaro, mi sono detto, o tutti o nessuno!
Riflessione d’obbligo
Non riesco a pensare a come si potrà mai fare a girare con mezzi che dispongono di tecnologie così diverse e senza che le infrastrutture si siano adeguate. Cartelli con limiti di velocità da pedoni che spuntano all’improvviso, Comuni in stato fallimentare che perdono improvvisamente gli incassi delle multe, assicurazioni che discutono online di chi è la colpa, mentre i passeggeri attendono con pazienza intrappolati a doppia mandata nelle loro auto…mobili. Non potranno andare via fino a che non saranno stati scaricati i microchip da testimoni inseriti sotto la loro cute. Frattanto, l’autista di una normale vecchia auto mostrerà fuori dal finestrino un braccio ripiegato e se ne andrà felice urlando non si sa bene a chi, forse a una telecamera, di prendere il numero di targa. Ma via! Siamo seri e soprattutto stiamo allegri tutti: io che amo guidare e mia moglie, che già si fida poco di me, e figurati se andrebbe in macchina senza poter dire a qualcuno di frenare o andare piano. Ma via! Ripeto! Siamo seri! Vi immaginate tutti i Comuni in crisi economica profonda che si ritroverebbero senza alcuna possibilità di trovare un sindaco? Campagne elettorali al contrario con i leader locali che si troveranno a pietire un avviso di garanzia che li metta fuori gioco.
Sì al progresso, ma con i piedi per terra
A parte gli scherzi. Mi sembra che sia doveroso pensare alle nuove tecnologie, amo il progresso, ma amo anche stare con i piedi per terra. Mi sembra che si stia pensando troppo all’auto….mobile e troppo poco a tutto quello che dovrà nascere intorno. Come sempre rischiamo un periodo nel quale la scienza e l’industria corrono in avanti mentre politica e burocrazia con i loro stenografi* continueranno a farci andare con le nostre care AUTOMOBILI

 

*stenografo: colui che con una macchinetta manuale registra in caratteri di stampa quello che i politici e i burocrati legiferano.

 

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