Auto: vendite in caduta libera, nonostante l’elettrico
di Pierluigi Bonora
Forte calo della domanda di auto in Italia dopo l’esaurimento degli incentivi per la fascia centrale del mercato, quella delle vetture a benzina, Diesel e ibride senza la spina (61-135 grammi/km di CO2 emessa). E così, mentre il governo (ma anche l’Ue) continua a spingere le auto elettriche (3% del mercato da gennaio) e ibride ricaricabili (3,8% di quota nel quadrimestre), a soffrire sono ancora le immatricolazioni dei veicoli più richiesti. In aprile le vendite hanno segnato, rispetto al corrispondente mese del 2019, quando la pandemia era ancora lontana, un -17,1% (-16,9% da gennaio). Il raffronto con il -97,5% di un anno fa, con il Paese chiuso per Covid-19, non fa infatti testo.
La situazione è ora a un nuovo punto di svolta: o il governo, nell’imminente Decreto Imprese vara il rifinanziamento dei sostegni per la fascia utile per lo svecchiamento del parco circolante e che riscuote il maggior interesse delle famiglie oppure «a fine anno mancheranno all’appello 300mila veicoli», come afferma Michele Crisci, presidente di Unrae, «dopo che nei primi quattro mesi sono state vendute 120mila auto in meno». «Senza incentivi – sottolinea Adolfo De Stefani Consentino, al vertice di Federauto – non c’è mercato e si danneggia la transizione ecologica», la stessa che il governo ritiene di favorire percorrendo la sola via elettrica. Non è un caso, come spiega Unrae, che in circa 3 mesi e mezzo, i fondi stanziati (250 milioni) hanno consentito la rottamazione di 185mila vecchie auto, per il 95% con nuovi mezzi della fascia «61-135» più sicuri e puliti, risparmiando all’ambiente almeno 115mila tonnellate di CO2 l’anno e permettendo più introiti tra Iva e Ipt di circa 160 milioni.
Va bene guardare all’elettrico, ma «la transizione verso veicoli a zero emissioni – aggiunge De Stefani Cosentino – è un processo che va gestito con gradualità in tutte le sue forme, senza brusche accelerazioni che potrebbero compromettere gli obiettivi e gli equilibri economici e sociali collegati alla catena del valore del settore».
Lo stato dell’artei: zero fondi per la fascia 0-135 e ancora 225,5 milioni disponibili per chi vuole acquistare un veicolo elettrico o ibrido con la spina. Lo scenario che prospetta Gian Primo Quagliano (Centro studi Promotor) riporta il mercato agli anni ’60 del secolo scorso, a meno di 1,38 milioni di immatricolazioni, il dato catastrofico del 2020 condizionato dalla pandemia, «con tutto quello che ne consegue per il Pil del Paese su cui l’incidenza dell’auto e del suo indotto tocca il 12,5%».