di Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto
Il brusco calo del mercato auto di agosto dimostra le enormi difficoltà che attraversa il settore, soprattutto a causa della carenza dei componenti elettronici che continua a ritardare le produzioni e la consegna dei veicoli nuovi, tra cui anche quelli oggetto di incentivazione, con inevitabili tensioni e disagi nei rapporti con la clientela. Il giorno lavorativo in più su agosto 2020 e la ripartenza degli incentivi statali per l’acquisto di autoveicoli con emissioni di CO2 inferiori a 135 g/Km non sono, infatti, bastati per attenuare gli effetti della grave crisi dei microchip con pesanti riflessi anche sulle attività delle reti autorizzate.
Nel mese appena trascorso è stato impegnato oltre un terzo delle risorse finanziarie stanziate per la fascia di emissioni 61-135 g/Km di CO2 e con gli attuali ritmi di assorbimento, i fondi non riusciranno a coprire gli acquisti fino al 31 dicembre, riproponendo, purtroppo, il problema delle misure stop and go e gli inevitabili effetti regressivi sul mercato.Tra l’altro, con l’esaurimento del plafond Ecobonus, introdotto con la Legge di Bilancio 2019, per le fasce emissive di CO2 0-20 e 21-60 g/km e in mancanza di un meccanismo di travaso, risultano bloccate e quindi inutilizzate anche le risorse aggiuntive dell’Extrabonus previste dalla Legge Bilancio 2021 e rifinanziate con la recente conversione del decreto Sostegni bis, con un residuo di circa 57,4 milioni di euro.
Per non indebolire ulteriormente il settore riteniamo, anzitutto, necessario trovare una soluzione rapida per rifinanziare il fondo Ecobonus, nonché proseguire nelle politiche di incentivazione volte al rinnovo del parco circolante auto più vetusto e inquinante in un orizzonte temporale medio-lungo e rivedere il termine dei 180 giorni per completare le prenotazioni in corso, unitamente a una sostanziale riforma della fiscalità dell’auto.
Su quest’ultimo tema l’attenzione è massima, in quanto una transizione ecologica sostenibile e l’accrescimento della competitività delle imprese in chiave ambientale, passa anche attraverso l’adozione di strumenti di fiscalità innovativi, fondati sui valori di CO2 e ispirati al principio di neutralità tecnologica, oltre ad una rimodulazione dei limiti alla detraibilità dell’Iva. A livello politico la sensibilità su queste tematich è via via crescente così come il nostro impegno a collaborare in modo proficuo.