di Pier Luigi del Viscovo, direttore del Centro studi Fleet & Mobility
Lo stop nel 2035 alla vendita (e dunque alla produzione) di auto con motore termico proposto dalla Commissione Europa fa discutere il settore. Alla luce del #G20, della #Cop26 e della stretta sulle forniture energetiche, in molti Paesi il dibattito appare quanto mai vivace. AgitaLab ha chiesto a circa 200 operatori ed esperti quale possa essere l’impatto di questi confronti sui costi della transizione energetica.
Metà degli intervistati prevede che lo stop verrà slittato in avanti. Presumibilmente, per consentire un adeguamento delle infrastrutture di ricarica. Uno su quattro, invece, crede che lo stop non sarà confermato dai Governi, mentre uno su cinque si dice fiducioso che lo stop sarà confermato. Ricordiamo che sia il Parlamento Ue sia il Consiglio d’Europa dovranno esprimersi affinché la proposta diventi norma operativa.
Resta da vedere come i costruttori orienteranno le strategie industriali. Finora hanno dato per scontato che lo stop sarebbe divenuto effettivo, fermando la ricerca sui motori termici e concentrando gli investimenti su quelli elettrici e sulla produzione di batterie. Ma oggi la faccenda appare molto più fluida rispetto anche a soli sei mesi fa.