Auto sul ciglio del burrone: il Governo intervenga

di Paolo Scudieri, presidente di Anfia

A ottobre prosegue, per il quarto mese consecutivo, dopo le pesanti flessioni del trimestre luglio-agosto-settembre, il trend discendente (-29,3%) del mercato auto europeo, che arriva a toccare i volumi più bassi, per il decimo mese dell’anno, da quando Acea ha iniziato la rilevazione. La  maggior parte dei Paesi registrano cali a doppia cifra, inclusi i cinque major market  (compreso Uk): l’Italia, che è in quarta posizione per volumi di immatricolazioni, registra la performance peggiore (-35,7%), seguita da Germania (-34,9%), Francia (-30,7%), Uk (-24,6%) e Spagna (-20,5%). Per questi cinque mercati, nel complesso, la  contrazione delle immatricolazioni, -31,1%, è più severa della media UE e la loro quota complessiva sul totale immatricolato si attesta al 70,6%.

Ad accomunare i maggiori Paesi europei sono le difficoltà generate dalla carenza di semiconduttori, una situazione di stallo che si protrarrà anche nel 2022, che sta mettendo a dura prova la filiera produttiva e distributiva dell’autoveicolo – si pensi  che, in un’automobile, il numero dei chip installati va da un minimo di 50 a un massimo  di 3.000 circa – rallentando i ritmi delle consegne e destando preoccupazioni anche per  il futuro, visto che i veicoli elettrificati, connessi e dotati di sistemi avanzati di  assistenza alla guida ne richiederanno un numero via via crescente.1

E’ questo il contesto in cui l’industria automotive si trova ad affrontare la sfida della transizione energetica, una transizione di portata epocale di fronte alla quale ci  stupisce che il governo italiano, impegnato, in questo momento, nella programmazione  economica del Paese, non abbia inserito nell’attuale bozza della Legge di Bilancio 2022 alcuna misura a sostegno del settore, né sul fronte dell’offerta, né sul fronte della  domanda, nonostante le varie proposte di intervento discusse al Tavolo Automotive del  ministero dello Sviluppo economico.

Quest’assenza fa dell’Italia l’unico Paese a non avere, in questa fase, misure di incentivazione alla domanda dei veicoli a zero e a basse emissioni secondo una programmazione pluriennale, dopo il recente esaurimento dei  fondi dell’Ecobonus e gli ottimi risultati ottenuti sul mercato grazie alla sua  applicazione.

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