Auto: sempre più cenerentola
di Paolo Artemi, vicepresidente Uiga
Come avrete letto, sentito, visto, il piano per il rilancio dell’Italia con i soldi prestati dall’Europa Unita a tassi ragionevoli, è stato messo a punto. Le misure indicate sono complessivamente condivisibili: il potenziamento della rete ferroviaria e dell’alta velocità, la realizzazione di piste ciclabili vanno nella direzione di decongestionare il traffico e favorire l’abbattimento delle emissioni nocive. Per l’auto elettrica c’è un’attenzione spasmodica: 750 milioni di euro per la realizzazione di 21.355, un numero preciso all’unità, stazioni pubbliche di ricarica rapida. Lascia, invece, perplessi che sia del tutto assente il malato più grave del trasporto italiano: il parco circolante più vecchio d’Europa.
Secondo Michele Crisci, il presidente dell’Unione degli importatori di veicoli esteri, è urgente incentivare la sostituzione con nuovi veicoli più ecologici. Ma anche armonizzare la fiscalità delle auto, aziendali e private, alle norme europee e adeguare il Codice della Strada alle nuove forme di mobilità.
Uiga, l’Unione dei giornalisti italiani dell’automotive, si augura che il capo del Governo, Mario Draghi, abbia delegato ad altri tavoli ministeriali la risoluzione tempestiva di questi annosi problemi. E aggiunge un altro quesito da risolvere, del quale non si trova traccia neppure tra i più feroci contestatori della mobilità automobilistica.
L’occupazione del suolo pubblico delle auto in sosta. Secondo le statistiche, le auto passano l’80 per cento della loro vita ferme. Ecco perché sarebbe necessario un piano parcheggi, garage, autorimesse, da realizzare a medio-lungo termine con il coinvolgimento di investimenti privati, che tolga le auto immobili dalle strade e contestualmente consenta nelle città la creazione di sicure piste ciclabili, corsie per i mezzi pubblici e magari nastri trasportatori per le persone e zone pedonali.
Insomma, un’ipotesi di futuro quasi come a Tokio: non hai un posto auto, allora l’auto non puoi comprarla. E la gente e l’aria ci guadagnano.
un’idea interessante, ma porterà a meno acquisti di veicoli?