Auto ibride…

Auto ibride: dagli incentivi ai divieti (Milano)

di Pierluigi Bonora

Milano, metropoli governata dal centro-sinistra, punta a relegare la sua Area C alle sole auto elettriche, ibride ricaricabili (plug-in) e ad alcuni modelli ibridi a patto che le emissioni di CO2 non superino i 100 grammi per chilometro. Libero accesso soprattutto a quelle vetture, dunque, che – visti i listini al netto di eventuali ecobonus – non possono essere considerate alla portata di tutte le tasche e, soprattutto, come prima macchina di una famiglia normale. Costano e, inoltre, per quelle con la spina la rete delle colonnine di ricarica risulta sempre inadeguata (palazzi e condomini, a esempio, sono sprovvisti della necessaria infrastruttura), mentre per fare rifornimento di energia si impiega sempre troppo tempo. Questi problemi oggettivi sono sotto gli occhi di tutti, tranne di chi continua far finta di niente, abbagliato dall’ideologia. Ecco allora dalla giunta guidata da Beppe Sala avvicinarsi un altro sgambetto, tanto per rendere ancora più complicata la vita agli automobilisti. Come già si sa, dal prossimo 1 ottobre ai veicoli ibridi (escluse alcune eccezioni), quelli che alla motorizzazione endotermica unisce l’alimentazione elettrica, verrà imposto il pagamento del ticket per entrare nella cerchia dell’Area C.

Palazzo Marino, a questo punto, dà l’ennesima dimostrazione di guardare più ai radical-chic e ai possessori di vetture sicuramente meno accessibili, quali sono quelle elettriche e ibride ricaricabili, rispetto a chi, usufruendo di incentivi, ha optato per un’auto nuova, nella fattispecie ibrida visto che il recente piano di bonus prevedeva lo sconto fino a 135 grammi per chilometro di CO2 emessa.

Questo per dire che il pagamento dell’Area C allargato a quei veicoli pure inclusi nelle liste virtuose, rispetto a quanto avviene ora, crea le premesse di quello che potrebbe arrivare se dovesse passare il sogno talebano del «tutto elettrico», che significherebbe una sorta di suddivisione degli automobilisti a seconda delle possibilità economiche. Utilizzare l’auto non vuol dire solo pigrizia e volontà di snobbare il servizio pubblico, ma anche e soprattutto esigenze di lavoro oltre a quelle personali. Restringere le carreggiate, eliminare i posti auto, punire anche chi con un sacrificio ha acquistato un veicolo efficiente, disegnare piste ciclabili senza badare alla sicurezza, aver male abituato gli utenti della micromobilità a cui quasi tutto è permesso: Milano è arrivata a questo punto.

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