di Emidio Paci, TuttoAutomotive (link: https://www.tuttoautomotive.it/)
Sono domande di assoluta attualità, in quanto il mondo dell’auto è nel bel mezzo di una trasformazione epocale. La lotta all’ inquinamento si fa serrata e non può prescindere dall’elettrificazione del parco auto mondiale. Ho detto elettrificazione, non a caso, ma perché ritengo che nei prossimi 5/15 anni assisteremo ad un cambiamento del parco auto graduale, che vedrà a braccetto, una promiscuità di tecnologie più o meno “green”.
Vi dico perché.
Non tutti sanno, che lo stoccaggio dell’energia elettrica, in tutto il mondo, è affidato per il 99% (fonte Enel) al pompaggio idroelettrico. Proprio così, è affidato a degli impianti idroelettrici a pompaggio, indispensabili per aiutare la rete elettrica nei momenti di surplus energetico, in quanto sono in grado nei momenti di bassa richiesta, di solito nelle ore notturne, di accumulare energia preziosa da restituire al sistema quando ce n’ è bisogno (attraverso il pompaggio di acqua che riempie gli invasi) appunto e sono molto efficienti, infatti, vantano un rendimento pari al 70%.
Riflettiamo insieme: se un parco auto elettrico importante, dovesse mai esistere in Italia, cosa succederebbe alla rete elettrica? Andrebbe in crisi?
L’RSE, ha condotto uno studio tutto italiano, in cui si evince che nei prossimi 10 anni, ci saranno nel nostro Paese, una cosa come 10 Milioni di veicoli elettrificati (elettrici ed ibridi plug-in), che incideranno per meno del 5% sul fabbisogno annuale di energia, quindi la rete elettrica reggerebbe tranquillamente.
Quindi? Se pensiamo che molti automobilisti, metteranno la loro vettura elettrica, in carica la notte, salvo i più fortunati che potranno ricaricarla presso le aziende in cui lavorano durante il giorno e quelli che la ricaricheranno in autostrada durante un viaggio, beh, allora verrebbe meno il benefico effetto di cui sopra degli impianti idroelettrici a pompaggio, in quanto il periodo notturno non potrà più essere considerato di bassa domanda e lo stoccaggio di energia sarebbe minore.
Come se ne verrebbe fuori? Semplice, potenziando la produzione di energia elettrica, usando però centrali a gas e carbone; purtroppo in Italia attualmente le rinnovabili coprono il 40% del fabbisogno di energia. Ecco la risposta alla domanda; le elettriche non sono a zero emissioni, perché per produrre energia occorre anche il ricorso al carbon fossile. Però sicuramente le elettriche sono meno climalteranti di auto con motori endotermici, quindi le emissioni di CO2 sarebbero comunque inferiori e l’uomo e l’ambiente ringrazierebbero. Dallo studio esce fuori un dato abbastanza interessante: 10 milioni di auto elettriche, immetterebbero nell’atmosfera circa 75g/km di CO2, molto meno di un Diesel o di un motore alimentato a metano di oggi (che sono i due endotermici più virtuosi dal punto di vista delle emissioni di CO2).
Ora entra in gioco il vehicle-to-x.
È un sistema di ricarica intelligente (vehicle-to-x), di cui sono dotate alcune auto elettriche, ma si sta diffondendo rapidamente e consiste in una bidirezionalità energetica, grazie a un sistema di ricarica con inverter bidirezionale, appunto. In pratica, quando la vettura è collegata alla rete elettrica, la batteria, può ricaricarsi o cedere al bisogno, l’energia immagazzinata nelle celle, alla rete elettrica nazionale (vehicle-to-grid) o alla linea elettrica dell’abitazione (vehicle-to-home). Sistema geniale e indispensabile per bilanciare la rete elettrica nei momenti di alta domanda. Questo sistema è già il presente e recentemente è stato normato in Italia, attraverso un decreto pubblicato in “Gazzetta ufficiale” lo scorso 14 febbraio 2020.
Chiaramente gli attori, saranno diversi, quindi non è tutto fatto e pronto, pensate che chi aderirà, dovrà siglare dei contratti veri e propri con le autorità energetiche, per stabilire ad esempio gli orari in cui l’automobilista è disposto a fornire corrente alla rete e quanto debba essere remunerato per questa cessione, però è un inizio che porterà certamente dei frutti “green”…
In conclusione, i risultati delle simulazioni di scenario effettuate dal RSE, portano a stimare che anche una diffusione di 10 milioni di auto elettriche al 2030 ha un impatto marginale (inferiore al 5 per cento) sullo sviluppo e sull’esercizio del sistema di generazione, riduce le emissioni di CO2 complessive, i consumi di combustibili fossili (dovuti ai consumi evitati di gasolio e di benzina delle auto convenzionali sostituite da quelle elettriche) e i relativi esborsi economici, valutati in un risparmio di circa 1,8 miliardi di importazioni di combustibili fossili.
Però, ahimè, l’auto elettrica come avrete di certo compreso, non è ad emissioni zero e se mai lo diventerà grazie alla totale penetrazione delle rinnovabili e alla circolarità, si dovrà dire addio all’auto di proprietà e dare il benvenuto all’auto condivisa e all’energia condivisa, con tutti gli annessi e connessi…