Auto elettriche: Biden accelera, Merkel frena
Mary Barra, l’arcigna presidente di General Motors, è già saltata sul carro del nuovo inquilino della Casa Bianca, Joe Biden. Dopo aver sposato, solo un anno fa, la volontà di Donald Trump di revocare l’autorità legale della California e di altri Stati americani di imporre standard anti-emissioni ancora più restrittivi, ecco la brusca retromarcia sull’onda della politica “green”, soprattutto in funzione dell’industria automobilistica, già annunciata da Biden. E ora Barra chiede a Mike Manley (Fca) e Jim Farley (Ford) di seguire l’esempio.
Il presidente eletto ha chiaramente detto che gli «gli Stati Uniti hanno tutte le carte in regole per tornare a dominare il mercato dell’auto, spostandosi sui veicoli elettrici». Un messaggio diretto alla Cina, prima per vendite mondiali e da anni fortemente impegnata sul fronte dell’elettrificazione.
Fca non ha per ora risposto all’invito di Gm, tuttavia è chiaro che l’azienda, ormai a un passo dal trasformarsi in Stellantis, quarto gruppo produttore nel mondo, è pronta ad accelerare anche negli Stati Uniti il suo programma “green”, come sta facendo in Europa. E, ovviamente, a seguire il nuovo corso, a livello di industria dell’auto, del dopo Trump, forte soprattutto delle importanti sinergie “green” che deriveranno dall’unione con Psa. Oltreoceano, Fca offre già una gamma elettrificata (Chrysler Pacifica, le Jeep Wrangler, Compass e Renegade), mentre una decisione dev’essere ancora presa sullo sbarco in America della nuova Fiat 500 full electric. In attesa della gamma Maserati a zero emissioni «made in Torino», di Grecale e di Alfa Romeo Tonale.
Gli analisti, dal canto loro, cominciano a scommettere sulle prime mosse di Biden per sostenere il mercato delle auto con la spina. Secondo «Bloomberg Intelligence» una riproposizione del bonus da 7.500 dollari potrebbe rappresentare una delle prime decisioni, insieme al ritorno dei limiti stringenti nei consumi delle nuove auto: 54 miglia per gallone (poco più di 3,7 litri di benzina) come fissato dall’allora amministrazione guidata da Barack Obama, contro le 40 miglia per gallone volute da Trump su pressing dell’industria petrolifera.
Mark Lacey, di Schroders, ricorda come «i veicoli elettrici siano un focus per Biden, il quale punta a realizzare almeno 500mila stazioni di ricarica pubbliche in tutto il Paese, oltre a estendere i crediti d’imposta per l’acquisto di macchine a zero emissioni». Lo stesso Biden, in termini più generali, hapromesso 2mila miliardi di dollari di investimenti federali in energia pulita e ambiente nel prossimo quadriennio.
Il cambio di inquilino alla Casa Bianca ringalluzzisce la California, il maggiore mercato Usa con l’11% delle vendite e punto di riferimento di molti altri Stati. Il suo governatore, Gavin Newsom, ha già preannunciato l’impegno a eliminare gradualmente le vendite di nuove vetture a benzina entro il 2035. Newsom stima, in questo modo, di tagliare per quell’anno del 35% le emissioni di CO2. Anche lo Stato di New York è pronto ad adottare tale provvedimento.
La spinta sulla mobilità “green” è forte pure in Europa, anche se alternata con non pochi timori soprattutto alla luce della pandemia in corso. Ecco allora la cancelliera tedesca Angela Merkel chiedere a Bruxelles, che conta di avere sulle strade europee 30 milioni di veicoli elettrici al 2030 (oggi ne circolano 1,4 milioni), di procedere in maniera più graduale nella transizione all’elettrico. Nei giorni scorsi, il gruppo Volkswagen ha fatto sapere che non riuscirà, nel 2020, a soddisfare gli standard europei sulle emissioni di CO2 e non è garantito che lo farà nel 2021. Solo una coincidenza?