Auto: emergono (era ora) i timori dei big

 

Gratta, gratta ed ecco affiorare dubbi, perplessità e preoccupazioni sull’auto elettrica. E a manifestarli sono, guarda caso, proprio alcuni dei top manager alla guida dei gruppi più importanti . E così, dopo che Alberto Bombassei, presidente di Brembo, qualche anno fa lanciò il primo vero allarme occupazione in Europa derivante dalla corsa sfrenata e soprattutto obbligata all’auto elettrica, seguito mesi fa da Akio Toyoda, ad di Toyota (” le auto elettriche sono sopravvalutate , e quando i politici affermano: “liberiamoci di tutte le vetture che usano la benzina”, capiscono quello che stanno dicendo “?), a intervenire sono oraOla Kallenius, numero uno di Daimler-Mercedes, e Carlos Tavares, ad di Stellantis.

 

Entrambi hanno esposto il loro pensiero parlando di un incontro organizzato dal “Financial Times”. Da Kallenius è arrivata la richiesta alle autorità di aprire un confronto sull’impatto che l’elettrificazione avrà (e qui Bombassei è stato lungimirante) sui posti di lavoro, “in quanto per realizzare un motore a combustione occorrono più ore rispetto a un propulsore elettrico “. A rischio, per Kallenius, sono soprattutto gli operai delle fabbriche che producono motori che possono essere al più presto riqualificati. In Germania i posti in bilico, secondo il sindacato Ig Metall, sono oltre 100mila.

 

Tavares , da parte sua, solleva un altro problema: quello della violazione della libertà delle classi sociali medie che potrebbero non essere in grado di acquistare un’auto elettrica a 35mila euro quando la stessa, a benzina, costa la metà. Anche il capo di Stellantis solleva poi la questione occupazionale se i costruttori non saranno in grado di proteggere i rispettivi margini e proporre veicoli elettrici a prezzi abbordabili.

 

Tavares fa poi notare che i costruttori sono costretti a vendere un numero sempre maggiore di veicoli elettrici per evitare sanzioni pesantissime. E qui siamo all’imposizione – a senso unico – di un certo tipo di mobilità. E ‘comunque curioso, ma nel mio caso lo davo per scontato , che da una parte i big dell’auto incensano (altrimenti sarebbero dolori) l’impegno sulla via dell’elettrificazione, ma dall’altro non nascondono tutta una serie di riserve.

 

Quindi, non è solo questione di tempi di ricarica o installazione di Wall-box, ma sul tappeto ci sono questioni altrettanto importanti e urgenti da discutere. Fa piacere che se ne parli. Perché una critica tira l’altra. E qui la potente Federazione europea Trasporti e Ambiente, costituita da 46 gruppi ambientalisti, che finora è riuscito a condizionare le scelte dei governi, non può far finta di niente. Ha ragione Massimo Nordio, ad di Volkswagen Group Italia, quando afferma che “bisognerà saper gestire bene la convivenza della mobilità elettrica con quella tradizionale”, piuttosto che cercare di ammazzarla senza se e senza ma, aggiungo io, come si sta cercando di fare.

 

27 Comments

  1. LUCA GEONI says:

    Interessante servizio ieri di Striscia la notizia che ha mostrato quanta maggior CO2 serve per fabbricare e rigenerare le batterie al litio, che non sono eterne. Inoltre, la ricarica viene fatta con energia elettrica, prodotta in molti Paesi con combiustibili fossili. Non sento parlare di ritorno alle centrali idroelettriche, che pure in Italia erano molte. Inoltre nessuno dice se il sistema elettrico nazionale sarà in grado di sostenere tutte le necessità correnti e in più la ricarica di tutte le auto elettriche, quando saranno dominanti.
    La scelta di un auto full elettric è molto arrischiata, ora come ora (tanto più che in Paesi vicini, circolano ancora auto Euro 0 o quasi: quindi i vantaggi è meglio spalmarli su un periodo più lungo ma distribuirli territorialmente,

    1. Giuliano Ghisu says:

      Le centrali idroelettriche ci sono ancora, ma non se ne possono costruire altre perché i grandi salti sono tutti già sfruttati. Per soddisfare la domanda di energia che verrà dalle auto elettriche, tenuto conto che le ultime centrali a carbone chiuderanno entro il 2025 e che anche alcune centrali a gas verranno riconvertite, punteranno tutto su fotovoltaico ed eolico e su efficienza energetica. Basterà?

    2. El presidente says:

      Ma nelle auto a combustione interna motore, cambio, frizione, serbatoio carburante, radiatori e sicuramente dimentico qualcos’altro, per complessivi centinaia di kg di metallo lavorato, si materializzano con uno schiocco di dita o c’è qualcuno che li fabbrica consumando energia e quindi (ops) emettendo CO2?

  2. giorgio gaviraghi says:

    per oltre un secolo lôligpolio dell auto ha dominato il mercato
    Invece di porsi domande retoriche ripensino ai loro modelli di business ad ai loro prodotti
    Non e possibile che una tesla elettrica, comparabile ad una Bmw costi meno di un apiccola VW o addiritura dell 500 elettrica
    I grani devono rivedere tutto se non vogliono scomparire quando arriveranno apple e googl sul mercato con veicoli elettrici ed a guida autonoma

  3. fabian says:

    Domandina 1: sia pur considerando che le batterie hanno una garanzia di 8 anni, qualcuno acquisterebbe una elettrica che ha 4-5 anni?

    Domandina 2: un incidente che coinvolga anche parzialmente il pianale (a prescindere dai rischi incendio folgorazione ecc) porta a costi folli per l’intervento di raddrizzamento e sostituzione pacco batterie e quindi o buttate l’auto e/o se paga l’assicurazione kasko chissà cosa potrebbe arrivare a costare.

    1. RB says:

      risposta 1) sì. Forse non ai che sono tante le elettriche usate in circolazione
      Risposta 2) Invece se capita a un suv, o a qualsiasi altra auto la riparazione è gratis, vero? Oltre al tutt’altro che remoto rischio di incendia anche solo per un tamponamento delle auto a benzina…

    2. El presidente says:

      Rispostina 1) Se compra un’auto a combustione interna e vuole accertarsi delle reali condizioni del motore deve fargli una serie di controlli che hanno un certo costo, quanto meno emissioni e compressione. Se compra un’auto elettrica la verifica sullo stato della batteria è banale per cui il rischio “sola” è scongiurato

      Rispostina 2) Se un incidente è di forza tale da arrivare a danneggiare un pacco batterie che è inglobato nella parte più rinforzata del telaio vuol dire che la macchina è da buttare a prescindere, che sia elettrica, diesel o a propulsione nucleare

  4. Gaetano79 says:

    I consumi energetici dei Paesi industrializzati sono ripartiti, a grandi linee, nel seguente modo:
    _ Un terzo: energia elettrica.
    _ Un terzo: combustibili per veicoli a motore termico.
    _ Un terzo: combustibili per il riscaldamento degli edifici.
    Se volessimo realizzare una mobilità su gomma totalmente elettrica, dovremmo:
    1. Raddoppiare la produzione di energia elettrica.
    2. Raddoppiare l’intera rete elettrica (alta/media/bassa tensione).
    3. Installare capillarmente le colonnine di ricarica.
    4. Sostituire ogni veicolo termico con un equivalente veicolo elettrico.
    Attualmente stiamo incentivando i punti 1 e 2, ma non esiste ancora nessun progetto di attuazione dei punti 3 e 4.
    Senza una filiera energetica adeguata,
    le auto elettriche causerebbero frequenti black-out nelle nostre città.
    L’elettricità, esattamente come l’idrogeno, è un VETTORE ENERGETICO, non una fonte energetica.

    Detto questo, ecco gli altri aspetti critici:
    A. Tutti i processi di conversione energetica sono soggetti a perdite.  Attualmente sembra che il bilancio energetico dell’auto elettrica (dalla centrale elettrica alla ruota) sia sfavorevole rispetto al bilancio energetico delle auto termiche.
    B. I tempi di ricarica delle auto elettriche sono ancora lunghi. Aumentando la potenza delle colonnine, i tempi si riducono, ma il carico sulla rete elettrica diventa più gravoso, mentre la durata delle batterie diminuisce.
    C. Per l’auto elettrica, non è stata ancora scelta la fonte energetica di inizio filiera (Fossili? Nucleare? Rinnovabili?).
    D. Quasi tutte le batterie al litio sono costruite in Cina. L’auto elettrica, essendo meccanicamente semplice, può essere costruita da manopera poco qualificata, tipica dei Paesi in via di sviluppo. Una transione troppo rapida dal termico all’elettrico potrebbe favorire le industrie cinesi, causando un colpo mortale alle industrie metalmeccaniche occidentali. Fonte:
    https://www.lineaitaliapiemonte.it/2020/02/16/mobile/leggi-notizia/argomenti/editoriali/articolo/per-inseguire-greta-il-governo-conte-sta-mandando-litalia-in-recessione-di-giuseppe-chiaradia.html

    In merito al punto A, ecco alcuni valori di efficienza termica:
    _ centrali elettriche: 40-50% (carbone), 50-60% (gas, a ciclo combinato), 35% (nucleare).
    _ motori diesel: 40-43% (autotrazione), 50-55% (grossi motori navali).
    _ motori a benzina: 25-30% (iniezione nel collettore), 30-40% (iniezione diretta, stradali), 45-50% (motori di Formula 1 dal 2014 in poi).

    1. El Presidente says:

      A) probabilmente lei abita in un altro continente, in Europa, col mix energetico di OGGI, il risparmio è del 30% a favore dell’elettrico. Considerato che il mix energetico negli anni a venire si sposterà verso le rinnovabili allora quel 30% è il limite inferiore.
      B) vero, infatti il modello a tendere è quello di ricarica distribuita. Senza contare che la tecnologia delle batterie è ancora nella sua fase di rampa, qundi le batterie prodotte tra 3 anni saranno più capienti, più veloci e meno costose come lo sono le batterie di oggi rispetto a quelle di 3 anni fa
      C) si rinnovabili, in Italia la nuova potenza installata è solo di questo tipo. Solo ad un matto potrebbe venire in mente di costruire da zero centrali nucleari con le tecnologie attuali in un paese che del nucleare s’è sostanzialmente liberato. Praticamente hanno smesso di farlo i paesi che ce l’hanno a causa dei costi nonostante abbiano già infrastrutture esistenti e rodate. Noi partiremmo da un foglio bianco con tutti i costi connessi, demenziale. Ah, per costruire una centrale nucleare ci vogliono 7-10 anni, un campo fotovoltaico richiede meno di un anno, un parco eolico 2-3, e se possono realizzare N in contemporanea, inoltre sono scelte facilemente reversibili. Una centrale nucleare richiede decenni per essere smantellata e le scorie e i materiali contaminati (migliaia di tonnellate di metallo e calcestruzzo) continuano ad essere un problema da gestire (e su cui spendere) per centinaia d’anni
      D) a parte che stiamo costruendo fabbriche di batterie gigantesche anche in Europa, una enorme a Torino, la questione è politica. L’auto elettrica è solo meno complessa, cioè richiede meno componenti, non è vero che richiede manodopera meno specializzata. Il powertrain è solo una parte dell’auto ed è peraltro la componente in cui l’automazione è più spinta
      Quanto ai suoi conti sull’efficienza, le ricordo che un motore endotermico, a valle, ha una trasmissione che si mangia il 15-20% dell’energia (Fiat 500 1.3 mjt, potenza all’albero motore 75 cv, potenza alle ruote 55 cv) oltre al fatto che non recupera nulla in decelerazione. I conti si fanno alla ruota e in condizioni di marcia normali e non all’albero a regime costante

  5. RB says:

    Seriamente?
    Posti di lavoro? Allora eliminiamo anche i robot nelle catene di montaggio. Sai quanti posti si recuperano? E aboliamo le fotocopiatrici, molto meglio i monaci amanuensi.

    Costi. I costi si stanno abbattendo sempre di più: la dacia elettrica costa 14000 euro…

    Classi sociali. Bhè vediamo un po’ chi è che parlava: Mercede benz (alla portata di tutti), Brembo (avete idea di quali auto montino i loro freni?) Stellantis (ovvero fiat nota per essere circa 30 anni indietro in campo elettrico).
    Quanto a Toyota non ha detto quello che gli viene attribuito.

    Poi se preferite continuare a respirare i gas di scarico di ogni SUV diesel circolante, liberissimi. i miei polmoni non en possono più.

  6. ACCANOVE says:

    ci sono DIVERSE questioni insolute che per correttezza “politica” non vengono sollevate. a) Il mercato dell’usato di queste vetture, i costi di ripristino o rigenerazione in un tempo tutto sommato breve per la vita di un auto e conseguentemente l’onere finanziario da sopportare per simile acquisto b) la reale veste “ecologica” di questo tipo di vetture, c) gli sconosciuti problemi di diversi aspetti derivanti da probabilissimi incidenti che coinvolgono queste vetture. Facile cavalcare l’onda della novità , si tratta di capire se alla lunga la novità sia una evoluzione o un bluf

  7. Marco Ruscica says:

    Tutte le innovazioni che si rispettano aumentano l’efficienza e quindi diminuisce la domanda di ore lavorate per unità di prodotto. Se volete più occupazione o tornate ai carretti oppure ponetevi il problema di ridurre l’orario di lavoro. Lo so molti di voi preferiscono magari i treni a carbone alimentati con la pala.

  8. Guido Gay says:

    L’auto elettrica non è la soluzione ma la moda di oggi, Tutti ci si buttano, ricercatori, tecnici e produttori ricevono i finanziamenti per il grande business di rinnovare il parco auto mondiale. E altre soluzioni più valide e durature sono trascurate. Fra queste l’idrogenazione del carbonio preso dalla CO2 che produrrebbe combustibili di sintesi (alcoli o idrocarburi) da bruciare direttamente nei motori di oggi oppure per generare energia elettrica in celle a combustibile.

  9. Se ogni abitazione che ora impegna 3-4,5 kWh dovesse provvedere ad alimentare una automobile elettrica, la singola potenza istallata dovrebbe almeno raddoppiare per caricare 30-50 kW in una notte. Quindi dovremmo attenderci un aumento impressionate di produzione di energia elettrica e un aumento rilevante di investimenti per la distribuzione della nuova potenza richiesta. Come e dove verrà prodotta tutta questa nuova potenza elettrica (eolico, solare, idrico, nucleare) e quale effetto avranno sull’ambiente i milioni di nuovi cavi elettrici da stendere. Bisognerebbe conoscere in dettaglio almeno un piano nazionale per valutare le riserve (palesemente interessate) dei costruttori citati.

  10. Dario says:

    Credo che nel breve e medio periodo l’auto elettrica sia una forzatura molto costosa. Probabilmente la soluzione migliore per la neutralità della CO2 sia la benzina sintetica prodotto con energie rinnovabili, anche atomiche, combinando la CO2 sottratta all’atmosfera con idrogeno prodotto per scissione dell’acqua. Ho letto che è già pronto un impianto pilota e potrebbe essere il futuro. Non occorrerebbe modificare nulla degli attuali motori senza produrre CO2 in eccesso e stravolgere tutta la catena di rifornimento del combustibile con costi enormi e difficilmente quantificabili.

  11. pienne says:

    E nessuno ha ancora accennato al problema del riciclaggio delle batterie per i veicoli elettrici. Lo sapete che ad oggi non esiste una sola azienda al mondo capace di riciclare le batterie al litio? Lo sapete che ad oggi non esiste nemmeno un “protocollo” per tale riciclaggio? Lo sapete che per alleggerire il problema del riciclaggio delle batterie al litio non più utilizzabili sui veicoli per la naturale riduzione di efficenza (circa 2 anni), queste batterie vengono utilizzate per accumulare l’energia in eccesso prodotta con eolico o fotovoltaico in certi orari?

  12. Corsaro Nero says:

    Le auto elettriche sono un bluff. Hanno costi esorbitanti un’autonomia ridicola , ricariche lente e difficili da trovare e quando saranno tutte elettriche che ne faremo del mare di batterie esauste da smaltire? Senza contare i costi elevati per guasti alle batterie e loro sostituzione………

  13. Pietro Mele says:

    Ricordate: per le auto elettriche e’ indispensabile il NUCLEARE.

    E’ vero che si puo’ usare anche il carbone, ma a quel punto e’ piu’ ecologico un motore convenzionale.
    Le energie alternative non riuscirebbero mai a coprire neanche lontanamente il fabbisogno.
    La rete elettrica italiana gia’ importa circa un 20% del fabbisogno dall’estero (nucleare francese e svizzero), quindi non c’e’ energia in eccesso da utilizzare, e quindi per la mobilita’ elettrica e’ necessario incrementare la produzione di energia elettrica.

    Attenzione: non fatevi illudere dal gioco delle tre carte degli pseudo-ambientalisti.

    1. El presidente says:

      L’Italia importa energia per mere questioni economiche non per carenza di capacità produttiva. Abbiamo capacità in eccesso coi nostri impianti di oltre il doppio del consumo medio. Buona parte delle centrali italiane resta al minimo tecnico per gran parte della giornata. Bastano cinque minuti sul sito del gestore della rete per scoprirlo. Si prega non diffondere informazioni false grazie!

  14. Oscar says:

    Bravo Sig. Pietro Mele. Per il trasporto elettrico serve una carica elettrica affidabile e continua come la elettricità generata con la energia nucleare. Non ci sono dubbi, però i seudo esperti energetici continuano a far finta e puntano sulla energia eolica e solare, sbagliato, sbagliatissimo. Queste sono energia intermittenti, che non possono soddisfare domande di elettricità continue. Inoltre, la loro inestabilita incrementa i costi di sistema elettrico. Cordialità .

  15. sparviero51 says:

    FREGNACCIA COSMICA COSTOSISSIMA SIA IN TERMINI ECONOMICI CHE AMBIENTALI !!!

  16. Bob184 says:

    Il problema principale è quello di seguire delle mode, specialmente se queste sono istituite ed alimentate da estremisti . Certo, l’optimum non esiste ne da una parte ne dall’altra ma sarò convinto quando avrò sotto gli occhi studi comparativi di tutte le componenti. Allora si potrà scegliere non il migliore risultato ma il meno peggiore.

  17. Tony says:

    Gli ambientalisti hanno già fatto troppi danni nel mondo, condizionando la politica a fare scelte demagogiche, stupide e sbagliate. Anziché puntare su fotovoltaico ed eolico (costosi, inefficienti e inaffidabili) bisognerebbe puntare sul nucleare al Torio, l’unica fonte davvero abbondante, economica e pulita di energia elettrica; soprattutto l’unica fonte credibile su cui investire perché sul nucleare da fusione non si può ancora contare per niente e – forse – non arriverà mai!

    Per diffondere e sostenere l’auto elettrica non si possono bruciare combustibili fossili, altrimenti tanto vale andare avanti così come facciamo ora; per l’auto elettrica occorre una potente industria nucleare (al Torio), non più all’Uranio, cosa che non piace alle lobby militari che vogliono la loro dose annuale di “petardi”.

    Ma se anche arrivassimo in tempi brevi (cosa molto utopica) al nucleare al Torio avremmo risolto solo uno dei grossi problemi dell’auto elettrica. Gli altri sono le batterie (anche la tecnologia al Litio è insufficiente), i costi di fabbricazione e vendita e l’impatto sul mondo sociale e dell’occupazione. Come si dice a Napoli… a da passa’ a nuttata!

    1. El Presidente says:

      E’ molto romantica questa visione dei cattivi ambientalisti che mettono i bastoni tra le ruote ai cattivoni del nucleare che così non riescono a realizzare reattori funzionanti e “puliti”. Peccato sia una favoletta e i reattori cd. “al Torio” o più genericamente, gli “autofertilizzanti” hanno tutta una serie di problematiche pratiche che impediscono di passare dalla teoria alla realizzazione, totalmente indipendenti dalla “volontà”. E inoltre tutti questi reattori attenuano il problema delle scorie e del materiale fissile ma non lo annullano. Ma perché limitare la fantasia? E i reattori “a fusione” non li consideriamo? Oggi, 18 giugno 2021 ne esistono già alcuni, il record di funzionamento è di 110 secondi al costo di alcuni miliardi di euro e ovviamente su un oggetto meramente sperimentale quindi scordiamoci anche solo mezzo kW prodotto e immesso in rete. Mentre lei può andare all’Ikea stamattina e avere la sua casa energeticamente indipendente col fotovoltaico tra qualche settimana, ma se preferisce aspettare i reattori al Torio … liberissimo …

  18. corny says:

    Dopo aver letto tutti i post pubblicati sono sremre piu convinto che qui in Italia si ha solo fiato per parlare e a parlare normalmente sono gli incompetenti ma di che Elettrico vogliamo parlare se per immatricolare un camper ci vogliono quaranta giorni e da quello che ho letto non riescono neppure a star dietro alle immatricolazioni con la produzione delle targhe tradotto ci vuol piu tempo a stampare una targa che costruire un camper…. mi sa che di questo passo l’Elettrico è da ripensare anche per l’autonomia di percorrenza , calcolando che per fare un viaggio Trento Lecce devi ricaricare tre volte e ricaricare non vuol dire fare un pieno mmaginiamo in piena estate col traffico le autovetture ferme in colonna alle colonnine ad aspettare i 40 min minimi x ricaricare…..????????

  19. Mirco says:

    Solo alcuni punti su cui ragionare:
    – a parità di auto l’auto elettrica arriva a costare anche 20.000 euro in più (ho preso a modello la Volvo XC40). Soldi che, forse se tutto va bene, il consumatore si vedrà restituire nei successivi 10 anni di utilizzo. Se fai un incidente e l’auto non è più riparabile? il tuo recupero dei soldi investiti va in fumo. Fai l’assicurazione casco? … ok circa 500-700 euro in più all’anno … 5.000-7.000 euro in 10 anni da mettere in conto.
    – dopo 10 anni con buona probabilità le batterie andranno sostituite. Lasciando perdere i problemi legati al loro smaltimento o riutilizzo, il costo della sostituzione renderà comunque l’auto non più competitiva sul mercato. Voi spendereste 10-20.000 euro per delle batterie da mettere su un’auto vecchia di 10 anni? conseguenza: valore dell’auto sul mercato dell’usato pari a 0. Non rimarrà che demolirla. La stessa auto diesel o benzina avrebbe davanti a se altri 5-10 anni di vita minimo. Secondo alcuni le batterei possono durare anche molto di più. va bene ma sicuramente non vi daranno più l’autonomia di 400-500Km iniziali.
    – Le accise che adesso gravano sui carburanti verranno progressivamente spostate sull’elettricità rendendo di fatto il risparmio ancora più ridotto. E con buona probabilità il costo aumentato andrà a ripercuotersi anche sull’elettricità ad uso domestico.
    – vogliamo parlare di cobalto, litio e altre terre rare?
    – vogliamo parlare dei costi in termini di inquinamento legati alla sostituzione/demolizione di un parco auto di milioni di unità nei prossimi anni?
    – che percentuale dei KWh inseriti nella tua tesla sono prodotti con combustibili fossili? nei paesi più all’avanguardia si arriva al 50% … negli altri lasciamo perdere. Quindi anche nella migliore delle ipotesi anche le auto full-elettriche sono delle ibride al 50% se non al 70%.
    – Per mettere da parte 20.000 euro in più che mi servono per comprare un’auto elettrica rispetto al modello corrispondente benzina devo lavorare 2 anni (sono un medico). Due anni di viaggi, autostrada, circa 40.000 Km percorsi, tempo buttato … secondo voi non incide sull’inquinamento? produrre denaro ha un COSTO.
    – e il tempo trascorso ad aspettare la ricarica della batteria? … la colonnina a casa? 1200 euro … un contatore da 7.5Kw? altri costi. Sovvenzioni dello stato? certo tanto i soldi allo stato li hanno dati gli altri vero?
    Siamo onesti. Voglio anch’io essere un ecologista ma non prendiamo in giro. Dietro l’elettrico ci sono delle manovre non chiare.

  20. fabian says:

    Le percorrenze pubblicizzate sono una bufala, accendete il riscaldamento in inverno o il condizionamento in estate e poi ve ne accorgete, senza contare che se lasciate fuori la notte l’auto con -5 perdete un buon 10 %.
    l’Italia non ha un clima ottimale per le auto elettriche.
    Piccolo problema in Italia un 70% della popolazione l’auto la tiene in strada senza contare che i garage degli anni 70 i erano fatti per auto 10-15 cm più strette delle attuali per cui addio ricarica casalinga che poi per forza di cose dovreste passare ad un contatore da 6 kv (per la gioia di ENEL ecc) altrimenti vi salta la luce quando accendete la lavatrice o lo scaldabagno o il microonde.
    E poi se mai arrivassimo ad un 20% di auto elettriche alle 8 di sera quando la gente mette sotto carico l’auto salta la corrente in mezza Italia che noi siamo gli unici in Europa senza nucleare, controllate pure quanti reattori hanno francesi e tedeschi, in Olanda faranno due centrali a carbone proprio per ovviare al problema, alla faccia del CO2.
    Alle case costruttrici fa comodo pubblicizzare e vendere auto elettriche in era post covid che se no avrebbero seri problemi si mercato, meditate gente.

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