Auto e Pm10: i dati smentiscono i demonizzatori
di Simonpaolo Buongiardino, presidente di Assomobilità e Federmotorizzazione
Il traffico automobilistico non è la principale causa dell’inquinamento atmosferico: un’evidenza che affermiamo da tempo e che riemerge dai dati di questi giorni. Nel 2020 il Pm10 è aumentato comunque nei periodi di lockdown con il traffico rarefatto. A novembre, con la Lombardia in zona rossa e la circolazione automobilistica ridotta al lumicino, alcune centraline hanno registrato a Milano che il particolato è aumentato anche oltre due volte rispetto al 2019.
I dati indicano come occorra ricercare altrove, e non nell’automobile, le maggiori cause di inquinamento. Inoltre, dallo studio Cnr-Arpa Lombardia viene smentita la ‘bufala’ del Pm10 che favorirebbe la diffusione del Covid-19.
Nonostante queste evidenze, prosegue la demonizzazione ideologica dell’auto. Noi non siamo contro la cosiddetta mobilità dolce. Vogliamo politiche equilibrate con la libertà di scelta dei cittadini – quando non contrasta con la sicurezza pubblica – nel potersi muovere con il mezzo che preferiscono. Certo, è più facile bloccare od ostacolare la circolazione dell’auto che bonificare una caldaia, ma questo non può essere un metodo di governo.
Appoggiamo la proposta emersa dalle Regioni del Bacino Padano di rinviare il blocco delle vetture diesel Euro 4. Stop non compatibile con le restrizioni alla mobilità pubblica per l’emergenza Covid-19. Il periodo che stiamo attraversando è molto difficile. Il comparto automobilistico, che Federmotorizzazione-Assomobilità rappresenta, sta pagando un pesante tributo. Le immatricolazioni delle auto sono scese di quasi il 28% nel 2020 rispetto al precedente anno (da 1.916.949 immatricolazioni del 2019 a 1.381.496 del 2020). Non ci meritiamo amministrazioni che propongono ulteriori ostacoli e difficoltà ai cittadini e alle imprese senza un valido motivo, ma solo per attuare scelte ideologiche dettate dalla ricerca di consenso di questo o quel gruppo d’opinione.