Auto aziendali: poche donne tra gli “influencer” più autorevoli

Una professione, quella del Fleet Manager, nella quale sembrano trovare poco spazio soprattutto le donne giovani. Forse per via dell’esperienza richiesta per maneggiare con disinvoltura una materia scottante per le sue implicazioni sul personale aziendale, o forse per la relazione che da tempi antichi lega questa professione alla passione per l’auto, il Fleet Manager medio italiano è cinquantenne, diplomato, da oltre 10 anni nel ruolo in cui si sente perfettamente a proprio agio, tant’è vero che si dichiara mediamente soddisfatto di ruolo e retribuzione. Più della metà degli specialisti delle flotte vede il proprio futuro proiettato nella stessa azienda e nel medesimo ruolo, mentre il 27% vorrebbe continuare a ricoprirlo, ma in un’altra azienda e solo 13% pensa di cambiare funzione restando in azienda.

Questi gli elementi distintivi del Fleet Manager italiano che emergono dalla più completa e approfondita ricerca condotta da GR Advisory, leader nelle ricerche di mercato in ambito mobilità aziendale, e patrocinata da Aiaga, Associazione Italiana Acquirenti e Gestori Auto Aziendali, grazie al contributo di alcuni importanti player della mobilità aziendale: Continental, Volkswagen, Macnil, Program Autonoleggio e Gruppo Zucchetti.

Inoltre, al gestore di flotta sempre più è affidata la responsabilità di gestire gli aspetti più strategici: la policy e il budget. Oltre il 70% è responsabile di gestire i costi della flotta, in piena autonomia o in condivisione con altra funzione. Responsabilità che il Fleet Manager deve gestire insieme ad altre che gli spettano: meno del 18% di loro si concentra a tempo pieno ai veicoli aziendali, mentre la maggioranza vi dedica una parte del proprio tempo, magari con il supporto di un assistente o di un piccolo team, mentre raramente si riscontra la terziarizzazione ai fornitori dell’intera funzione operativa. Quanto agli strumenti utilizzati, i fogli di calcolo autoprodotti continuano a rappresentare il software largamente più impiegato.

Il Fleet Manager, proprio per la sua formidabile resistenza nel tempo, spesso vede sfilare negli anni diversi amministratori delegati, direttori finanziari e delle risorse umane e, grazie alla sua esperienza, deve essere in grado di dialogare con tutti, interpretando finalmente il ruolo di memoria storica, esperto tecnico, consigliere e ago della bilancia per tutto ciò che riguarda le decisioni sui mezzi aziendali, soprattutto quello di autorevole influencer durante le contrapposizioni interne che sovente si creano quando le auto rappresentano un benefit importante e diffuso in azienda.

“Si tratta della più estesa e importante survey pubblicata sull’argomento – evidenzia Davide Gibellini, Ceo & Managing Partner di GR Advisory – che ha toccato anche argomenti inediti quali il proprio trattamento economico e il fatto che solo il 40% di loro sia assegnatario di auto aziendale, nonostante abbiano la responsabilità di gestire proprio il parco di autovetture”.

La prossima survey di GR Advisory e Aiafa avrà per argomento “Safety first: dalla sicurezza del conducente, alla sicurezza dei mezzi, alla sicurezza dei dati”.

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