Auto alla spina: Italia sempre fanalino di coda
di Michele Crisci, presidente di Unrae
A fronte di ingenti investimenti dei Costruttori verso elettrico e idrogeno, la rete stradale europea risulta ancora in forte ritardo nell’installazione delle infrastrutture di ricarica che crescono della metà rispetto al mercato. Senza un numero adeguato, anche in prospettiva, di impianti di ricarica veloce sulle principali autostrade continentali sarà impossibile raggiungere l’obiettivo delle emissioni zero nei prossimi 30 anni.
In questo quadro l’Italia è ancora all’ultimo posto (insieme alla Spagna) fra i grandi Paesi europei nella diffusione di auto “alla spina”, con una quota del 5,8% a febbraio, contro il 20,7% della Germania, il 13,2% della Francia e il 13% del Regno Unito.
Una spinta decisiva alla diffusione dell’elettrico nel nostro Paese può venire dalla crescita del comparto auto aziendali, oggi fermo al 36% del mercato contro quote superiori al 50% dei major markets europei. Ma se non si provvede ad allineare la fiscalità di questo comparto a quella degli altri Paesi, e ad adeguare al nuovo ciclo di prova Wltp i valori di CO2 per l’applicazione dei fringe benefit, il mercato delle auto “verdi2 in Italia rischia di rimanere fanalino di coda anche nei prossimi anni.