Audi: generazione A4, una garanzia
di Lorenzo Palma
Da cinque anni sulla breccia, ora è arrivato per la nuova generazione delle Audi A4 il momento di rinfrescare non solo l’estetica, ma anche i contenuti tecnici. Cominciamo anzitutto dal primo e non certo trascurabile aspetto: perché, come si dice, “anche l’occhio vuole la sua parte”. Questa berlina tedesca ci ha stupito e non poco: nel frontale cambiano i fari, la mascherina e il paraurti con le relative prese d’aria (che adesso presentano contorni più netti e con spigoli marcati), le fiancate risultano più elaborate mentre una pronunciata bombatura evidenziai parafanghi. Meno incisivi gli interventi nella zona posteriore, di fatto limitati alla struttura interna dei fanali.
Ovviamente le modifiche estetiche interessano sia la variante berlina sia la familiare Avant, che dalla prima differisce nel disegno della coda e lievemente nell’altezza (144 cm invece di 143), ma non nella lunghezza (476 cm). E proprio per questi restyling, debuttano nuovi motori, tra i quali spicca il poderoso diesel che equipaggia l’Audi Allroad 3.0 TDI quattro tiptronic che abbiamo messo a dura prova non solo in un percorso urbano, nella caotica Milano, ma su un percorso autostradale e soprattutto di montagna spingendoci fin nei tornati delle Langhe; questa variante sportiva monta un 3.0 V6 capace di 272.
Alla S, nella sigla identificativa, si accompagna un look più grintoso rispetto a quello delle altre versioni: oltre all’assetto specifico, si notano la mascherina con disegno single frame e inserti in alluminio opaco, le modanature inferiori color grigio selenio e le due coppie di terminali di scarico cromati che sbucano ai lati del diffusore aerodinamico posteriore. Completano il look i cerchi di 19” , in luogo di quelli di 18” di serie.
Decisamente brillanti, e non solo perché riferite a una berlina a gasolio, le prestazioni dichiarate per la S4 3.0 TDI quattro tiptronic: 4,8 secondi per raggiungere i 100 km/h da fermo e 250 km/h di velocità massima. Il tutto con consumi ragionevoli. La sportività della S4 3.0 TDI cv quattro tiptronic è richiamata anche nell’abitacolo, nel quale spiccano sagomate poltrone sportive con poggiatesta integrato e “firmato” con il logo S4. Notevole la qualità percepita, sia per quanto concerne i materiali sia per le finiture. Lo spazio è generoso e l’agio per le gambe e per la testa non manca davanti, mentre lo spazio non abbonda dietro per i passeggeri di alta statura.
Il baule ha la capacità è di 460 litri con i cinque posti in uso e può raggiungere i 965 litri reclinando lo schienale frazionato del divano (di serie); non manca l’apertura elettrica del cofano posteriore, comandabile anche avvicinando il piede a un sensore sotto il paraurti. Disponibili l’head-up display, il monitoraggio dell’angolo cieco, la telecamera che riconosce i segnali stradali e il mantenimento in corsia. E il cruise control adattativo con funzione Stop&Go in abbinamento al cambio automatico, è in grado di rallentare l’auto sino ad arrestarla e poi gestirne la ripartenza durante la marcia in colonna. Quest’ultimo include pure l’assistente al traffico, che fino a 65 km/h “legge” la segnaletica orizzontale e gli ostacoli così da controllare in modo semi-automatico pure lo sterzo, rendendo meno impegnativa la guida nel traffico intenso.
Come sempre accade in casa Audi, notevole è la possibilità di scelta nelle tante versioni: con tre motori turbo a benzina TFSI e due turbodiesel TDI; nel primo caso si potrà scegliere tra le varianti 35 (150 cv), 40 (190 cv) e 45 (245 cv), tutte di 2 litri di cilindrata e accomunate dalla tecnologia MHEV con impianto a 12 Volt; inizialmente saranno proposte soltanto con il robotizzato S tronic a doppia frizione e a sette marce, al quale la più potente aggiunge la trazione integrale quattro. Le TDI sono, invece, la 40 quattro S tronic (2.0 a quattro cilindri, 190 cv) e la 45 quattro tiptronic (3.0 V6, 231 cv).
Quando la familiare veste stretta, e di un Suv vero e proprio non sapresti che fartene, ecco allora un’ottimo compromesso. Quello di «crosswagon» è un concetto che nessun altro costruttore quanto Audi ha saputo interpretare con successo, e che con l’introduzione di A4 allroad nuova generazione (primo modello datato 2009) raggiunge performance difficilmente replicabili. Prestazioni al top sotto ogni punto di vista.
Merito di una trazione integrale permanente che si avvale di differenziale centrale autobloccante e torque vectoring, del programma «offroad» opzionabile dall’Audi drive select (regolazione sospensioni, elettronica del sistema «quattro»), inoltre di un’altezza libera da suolo che aggiunge 34 mm all’A4 Avant grazie a cerchi maggiorati e assetto specifico. Risultato: l’auto misura con frequenza supersonica ogni centimetro quadrato di terreno e si «aggrappa» a qualsiasi elemento, roccia, sabbia e strade sterrate
La robusta protezione sottoscocca mette al riparo l’equipaggio da eventuali «colpi proibiti», mentre i paraurti che circondano la carrozzeria inferiore (in grigio, o anche in tinta) sono efficaci guardiani della preziosa verniciatura. Per chi stimasse un mix di percorrenza del 90% su percorsi «civili» e il restante 10% in condizioni di aderenza precaria (una casa in montagna, escursioni occasionali, ecc.), la A4 allroad è lo strumento definitivo. Altezza da terra e mancorrenti al tetto a parte, la «allroad» condivide il resto del progetto con la A4 Avant. Eccezionale l’effetto scenico del Virtual Cockpit (a richiesta), praticamente universale la fruibilità del software multimediale MMI. Per non parlare del suono «tridimensionale» diffuso dai 19 altoparlanti Bang & Olufsen. La allroad mutua dalla sorella «stradale» anche l’assistenza al traffico trasversale e l’adaptive cruise control con funzione Stop & Go, per un’esperienza di guida «semiautomatica» sempre più vicina al modello di mobilità del futuro. Peculiare, infine, l’assistente al rimorchio per agevolare le manovre di aggancio.