Aston Martin: “Io, al volante della DB5 di 007. Quella vera”

di Roberta Pasero
Dici Aston Martin e pensi a Bond, James Bond. Dici DB5 e rivedi Sean Conry in “Agente 007 Missione Goldfinger” governare la sua, color Silver Birch . Primo di altri agenti segreti al servizio di Sua Maestà che si sono seduti al volante della Superleggera britannica, anche in “Thunderball” e in “GoldenEye”, in “Il domani non muore mai” e “Il mondo non basta”, in “Spectre ” e pure nel prossimo “Non c’è tempo per morire” dove a guidarla sarà Daniel Craig.
Nei film non era una DB5 qualsiasi, come quelle che circolavano sulle strade inglesi, ma un’Aston Martin ingegnosamente modificata e “truccata” nei laboratori dell’M16, con un arsenale di effetti speciali, da Q, l’ufficiale dell’Intelligence, e diventava così un’arma letale contro tutti i nemici dell’agente segreto con licenza di uccidere più famoso del mondo. Era il 1965 quando Aston Martin, dopo averne realizzato un migliaio di più esemplari, decisi di non produrla, ma adesso quella che è diventata celebre come “spy car” ritorna a viaggiare.
 
Si chiama DB5 Goldfinger Continuation, proprio in omaggio al film di 007, e mostra le stesse forme della Bond Car originale , con pannelli della carrozzeria in alluminio combinati ad un telaio di acciaio, con il medesimo color argento e soprattutto con gli stessi segreti nascosti sotto la livrea che riproducono fedelmente tutti i sistemi di attacco e di difesa di James Bond, realizzati con la consulenza di Chris Corbould, supervisore e mago degli effetti speciali in tante avventure di 007.
 
Un tributo vintage in edizione limitatissima di 25 esemplari da collezione, a immagine e somiglianza della DB5 originale, che sono uscite dalla sede storica di Aston Martin a Newport Pagnell, contea di Buckinghamshire, dopo circa 4.500 ore di lavorazione a mano e che sono state già quasi tutte vendute, nonostante il prezzo altrettanto esclusivo di 3,2 milioni di euro, tasse escluse, e un’omologazione stradale ancora in via di definizione.
 
Un esemplare di DB5 Goldfinger Continuation è arrivato anche a Milano. E dunque, sotto lo sguardo di Alessandro Gino, direttore generale delle concessionarie Aston Martin, mi sono messa al volante di questa DB5, rigorosamente con guida a destra, per sentirmi qualche minuto un agente segreto come James Bond.
E a quel punto non potevo non provare tutti gli effetti speciali, dallo scudo antiproiettile estraibile dietro il lunotto posteriore alle targhe triple rotanti, dagli spuntoni per speronare che si allungano dal paraurti anteriore al sistema di erogazione del fumo posteriore, evitando soltanto di schiacciare il tasto del sedile eiettabile.
Congegni quasi tutti funzionanti, tranne alcuni, come le mitragliette che escono dai fanali anteriori, e lo spruzzatore delle chiazze d’olio, che come si può immaginare, sono soltanto effetti speciali non funzionanti, che però si possono attivare anche a auto ferma, con un telecomando. Potevo non mettere in funzione il radar che utilizza la mappatura satellitare odierna e ispezionare il vano segreto porta armi?
E, prima di scendere, non accendere il motore, uno scalpitante 6 cilindri in linea aspirato da 290 cvaccoppiato a un cambio manuale ZF a cinque velocità , che garantisce a James Bond di fuggire da tutti i nemici? E persino dalle Bond girls che lui ama lo spazio di una missione. Perché, alla fine, 007 rimane un eroe solitario .

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