di Flavio Merigo, presidente di Assogasmetano
La proposta di pacchetto “Fit for 55” è incoerente con le Direttive e le Comunicazioni della Commissione Ue degli ultimi anni, si fonda su un errore metodologico, proponendo di misurare le emissioni dei veicoli allo scarico (Tank to Well) ad esclusivo vantaggio dei veicoli elettrici, addirittura non considerando le emissioni in atmosfera per la produzione dell’energia elettrica. Non tiene conto dei sistemi economici ed ambientali per lo sviluppo dei carburanti alternativi nei singoli Stati Membri (come indicato dalla Direttiva DAFI), nega, di fatto, la neutralità tecnologia e il concetto di sostenibilità ambientale perché non risolve il problema dell’azzeramento delle emissioni di CO2 del settore automotive, dimenticando di calcolare il reale impatto di un veicolo sull’ambiente, dal momento della sua costruzione fino al suo smaltimento (di cui le emissioni allo scarico sono una piccola parte) che può essere effettuato solo con una valutazione più completa come il Life Cycle Assessment (LCA). Le proposte del pacchetto, dunque, contrastano anche con la necessità di sviluppo dell’economia circolare che, solo un anno fa, era stata indicata come la maggiore priorità della Commissione Ue per i prossimi anni e che, pertanto, è parimenti disattesa.
Per l’Italia, il biometano, che è un’eccellenza nazionale, può rappresentare un potentissimo strumento per raggiungere gli obiettivi imposti dal pacchetto “Fit for 55”. Oggi l’Italia, con circa 3 miliardi di metri cubi/anno equivalenti, ovvero il triplo degli attuali consumi del parco circolante alimentato a metano, è il terzo Paese al mondo per produzione di biometano. A breve si raggiungerà la quota di 6 miliardi di mc/anno, che saranno sufficienti ad alimentare 6 milioni di autoveicoli.
Il Governo deve pertanto proseguire nel sostegno ai carburanti gassosi (che sono prodotti di transizione, la cui penalizzazione è in contraddizione con le politiche europee per lo sviluppo dei carburanti alternativi), a salvaguardare l’attuale rete di rifornimento (oltre 1.500 impianti) per essere pronti a rifornire i veicoli che utilizzeranno l’idrogeno come vettore energetico, in un prossimo futuro, sia per motori endotermici che per le ‘fuel cells’. Infine, a livello comunitario, occorre mantenere la possibilità degli Stati Membri di stabilire dei livelli di tassazione, per i carburanti, atti a salvaguardare esigenze e sviluppi dei mercati individuali, con indici di tassazione basati sulle reali performance ambientali, garantendo il principio di “neutralità tecnologica.