di Paolo Scudieri, presidente di Anfia
Nel mese di novembre, il mercato auto europeo si mantiene in flessione a doppia cifra per il quinto mese consecutivo (-17,5%). In termini di volumi, si tratta del novembre peggiore dal 1993. Si confermano cali a due cifre in quasi tutti i Paesi, inclusi tre dei cinque major market (compreso Uk): -31,7% Germania, -24,6% Italia e -12,3% Spagna. La Francia registra una flessione più contenuta, -3,2%, mentre il Regno Unito torna ad avere segno positivo, +1,7%. Per questi cinque mercati nel complesso, la contrazione delle immatricolazioni, -18,5%, è più severa della media Ue e la loro quota complessiva sul totale immatricolato si attesta al 70,2%.
A causare la pesante flessione della domanda registrata negli ultimi mesi dal mercato europeo, che, in termini di immatricolazioni, potrebbe chiudere il 2021 poco sotto i livelli dello scorso anno, è soprattutto il persistente problema della crisi dei semiconduttori, un fenomeno che, a livello globale, secondo le stime di AlixPartners, porterà a chiudere l’anno in corso con quasi 8 milioni di autoveicoli prodotti in meno rispetto al 2020.
Anche per il 2022 ci sono ancora nubi all’orizzonte: oltre alla crisi dei semiconduttori, occorrerà monitorare con attenzione i rincari delle materie prime e, ovviamente, l’evolversi delle normative legate alla transizione ecologica, in primis le proposte di modifica del regolamento sulla riduzione delle emissioni di CO2 di vetture e veicoli commerciali leggeri contenute nel pacchetto “Fit for 55”. Secondo il recente studio pubblicato da Clepa e Strategy&-PwC, dedicato alla valutazione dell’impatto delle politiche del Green Deal sull’occupazione e sul valore aggiunto della filiera della componentistica europea nel periodo 2020-2040, un approccio concentrato sui soli veicoli elettrici porterebbe alla rapida perdita di circa mezzo milione di posti di lavoro in Ue. Un dato che, in Italia, corrisponde a oltre 70.000 posti di lavoro a rischio – una crisi economica e sociale senza precedenti. Stiamo lavorando affinché in Ue si torni a difendere il principio di neutralità tecnologica: integrare l’elettrificazione con l’utilizzo di carburanti rinnovabili, infatti, potrebbe restituire una riduzione di CO2 del 50% entro il 2030, mantenendo posti di lavoro e creando valore aggiunto.
Per l’Italia, inoltre, auspichiamo che nella Legge di Bilancio attualmente all’esame del Senato, vengano previste misure di incentivazione alla domanda dei veicoli a zero e a basse emissioni con una dotazione adeguata e secondo una programmazione pluriennale, intervento indispensabile per sostenere questi segmenti di mercato e la relativa filiera produttiva nel loro progressivo sviluppo.