Anche Vespa è elettrica, addio rombo dei motori


di Benny Casadei Lucchi

Un battito d’ali, il tintinnare della pioggia sulle grondaie, lo sbadiglio di chi ci sfila accanto. Starnuti, colpi di tosse, bisbigli che all’improvviso sembrano tuoni. Presto o tardi, il rumore tornerà così. Non è il nuovo che avanza ma il vecchio che si rifa sentire grazie al silenzio elettrico. È un fragore di piccoli suoni rimasti per anni sottomessi che riprende a urlare e nel farlo s’accompagnerà alla nostalgia per altri rumori. Quelli veri e invadenti che hanno portato il mondo nel futuro; quelli delle caldaie a vapore, degli opifici, dei motori a scoppio, degli scappamenti sputa fumo.

Quelli che un sibilo di energia oggi sta portando via, regalandoci un mondo finalmente meno inquinato e purtroppo diversamente rumoroso. La Vespa che diventa elettrica è solo l’ultimo caso di una rivoluzione silenziosa appena iniziata ma che non zittirà il mondo. Lo renderà solo diversamente rumoroso. Ecco. La sentite? È una Harley-Davidson che romba e scuote le vetrine. Fa anche sorridere. Perché sembra ieri che andava fiera di aver brevettato il proprio rombo e, ora, quella mossa di protezione industriale pare un lascito nostalgico ai posteri.

«Ascoltate, ragazzi, com’era la musica delle Harley», diranno i nostri nipoti ai figli. Proprio l’Harley che in autunno, a Milano, presenterà la Livewire elettrica. Un sibilo di cromature. Di certo non ne brevetteranno il rumore. Nel «file» nostalgico dei rumori che furono troveremo quelli delle Ducati desmodromiche, delle Ferrari iper cilindriche, delle nostre vetturette di tutti i giorni in fondo, anch’esse, supercar nei nostri cuori. Pulsazioni di vita meccanica che hanno accompagnato noi, i nostri padri, i nostri figli ma più in là non andranno

Ecco. La sentite? È una lavatrice che centrifuga. No. È un’Harley. No. È un condizionatore che rinfresca. No. È una Vespa. No. Una lavastoviglie. No. Una Ferrari. Il sibilo democratico che libera dall’inquinamento ci imprigionerà nel caos di non saper più distinguere, spingendoci sempre più nel ricordo dei rumori. Accadrà come con gli odori e i profumi: avvertendone la fragranza, capiterà all’improvviso di sorridere mentre scorrono in noi momenti di vita che credevamo persi e dimenticati. 

Il balbettio di libertà di una Vespa 125 Primavera ET3 blu sul lungomare. Il soffio perennemente in bilico tra accensione e spegnimento di una 2Cv rossa. Il ruggito di un boxer Porsche, di un 12 cilindri Ferrari. Unica consolazione: il nostalgico rumore del ricordo non farà differenze tra macchinoni e macchinette, supercar e motorette. Tutti uguali. Come al camposanto

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