Anche rimorchi e semirimorchi soffrono di anzianità eccessiva

di Sandro Mantella*

L’altalenare mensile dei dati di mercato comunque negativi si può leggere come dimostrazione delle varie ragioni che determinano l’andamento di questo particolare settore. Da un lato c’è la necessità di rinnovare e orientare a missioni sempre più specifiche i veicoli, anche in considerazione dell’anzianità eccessiva del circolante attuale, che porta conseguenze pesanti soprattutto in termini di sicurezza di trasporto e circolazione. Dall’altro c’è la distrazione, per non dire l’assenza, di chi dovrebbe impostare un piano di sostegno organico e strutturato per dare all’autotrasporto italiano gli strumenti atti a garantire dignità e affidabilità, dunque competitività, alle aziende che vi operano.

Un piano del genere non esiste, nonostante le ripetute denunce e richieste fatte da tutti gli operatori del settore, anzi, non sono ancora stati neppure emanati gli atti normativi necessari per la presentazione delle domande di finanziamento agli investimenti per l’annualità 2019, già previsti dalla legge. Siamo dunque oggi in un momento di totale incertezza di riferimenti per chi desideri investire in veicoli e aggiornare la flotta, guardando alla possibilità di servirsi di idonei strumenti di sostegno.

Difficile prevedere, in una tale situazione, una ripresa continua, seppure lenta, di un mercato che pure ha molte potenzialità, e dove i veicoli offerti da costruttori e allestitori sono in grado di garantire i massimi standard in termini di sostenibilità ambientale e di sicurezza.

*Coordinatore del Gruppo Rimorchi, Semirimorchi e Allestimenti di Unrae

 

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