Nel 2021 verranno venduti nel mondo 80 milioni di veicoli leggeri, un numero in lieve aumento rispetto ai 77 milioni del 2020, ma ancora lontano dai livelli raggiunti nel 2018, quando le immatricolazioni globali ammontarono a 94 milioni di veicoli. È quanto prevede l’ultimo Global Automotive Outlook di AlixPartners, società globale di consulenza, presentato oggi, e secondo il quale il mercato tornerà ai livelli del 2019 solo nel 2025.
A rallentare la ripresa dell’industria dell’automobile contribuisce la crisi delle forniture e dei semiconduttori in primis, mentre l’impennata dei prezzi delle materie prime colpisce l’auto più di tutti gli altri settori industriali e mette potenzialmente a rischio un terzo dei profitti dell’industria: secondo lo studio AlixPartners il costo delle materie prime utilizzate per costruire auto e furgoni ha registrato in Europa un incremento dell’87% rispetto al 2019, e anche se per ora è visibile più sui conti dei fornitori, si trasmetterà anche ai costruttori considerando che non ci si aspetta un significativo declino dei costi nel 2022. Questa situazione pesa ulteriormente sulla sostenibilità economica delle vetture elettriche che sono gravate da un peso maggiore derivante anche da utilizzo di materie prime a costi elevati come rame, alluminio e nickel.
AlixPartners ha inoltre condotto una survey globale sulla propensione di acquisto e i criteri di scelta dell’auto elettrica, intervistando un campione internazionale di 8mila consumatori in Cina, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti. Il sondaggio rivela che la percentuale di guidatori intenzionata ad acquistare come prossimo veicolo un’auto esclusivamente elettrica (BEV) è più che raddoppiato rispetto al 2019, passando da 11% al 25% a livello globale. Tra le principali preoccupazioni legate alla scelta si ritrovano – seppur attenuate – gli stessi temi emersi nel 2019: l’autonomia della batteria (42% delle risposte), la scarsità dei punti di ricarica (41%) e il prezzo del veicolo (30%).
Estremamente positivo l’atteggiamento degli italiani verso la mobilità elettrica: il 38% dichiara che molto probabilmente la prossima auto che acquisterà sarà elettrica (BEV), percentuale più alta in Europa e seconda solo alla Cina (50%). Secondo il sondaggio, i motivi principali che hanno spinto tanti italiani ad aumentare l’interesse verso le auto elettriche sono due: ci sono più modelli disponibili sul mercato e i prezzi sono diminuiti. L’indagine mostra anche che i consumatori, in particolare gli acquirenti attuali o prospettici di auto elettriche, sono molto fedeli alla loro scelta (il 92% di chi possiede una vettura elettrica dichiara che ricomprerà una vettura elettrica) e mediamente molto più propensi all’acquisto online: il 42% degli interessati all’acquisto di una vettura elettrica predilige il canale on-line a quello tradizionale.
Ma il processo di decarbonizzazione dei trasporti e di elettrificazione sta avanzando anche sui veicoli commerciali a seguito di una spinta regolatoria analoga a quella che sta avvenendo per i veicoli leggeri. Per i camion e gli autobus a lungo raggio, l’idrogeno verde e le celle a combustibile sembrano rappresentare la migliore tecnologia a lungo termine dal punto di vista del bilancio di CO2: considerando le emissioni sul ciclo di vita del prodotto (incluse quindi quelle legate alla costruzione del veicolo e all’approvvigionamento dell’energia). Molti costruttori di veicoli pesanti sono allo stadio avanzato di sviluppo e hanno previsto di avviare la produzione di serie nei prossimi anni e l’idrogeno potrebbe rappresentare il secondo combustibile nel 2030 con una quota pari al 9%.
Perché questo avvenga, l’industria (e non solo quella dell’automotive) dovrà vincere due sfide fondamentali: lo sviluppo delle stazioni di rifornimento, e la riduzione del costo dell’idrogeno verde. Secondo le stime di AlixPartners, la quota di produzione per elettrolisi dell’acqua del cosiddetto idrogeno verde dovrebbe raggiungere il 40% nel 2040, rispetto al 4% del 2020, con un prezzo di 4 dollari per chilogrammo, rispetto ai 9,5 dollari del 2020.
“Le auto elettriche a batteria sono ormai considerate la soluzione per la mobilità privata e i consumatori hanno un interesse e una propensione all’acquisto molto maggiore. Rimangono alcune sfide da affrontare in termini di sostenibilità dei costi, soprattutto in considerazione dei costi delle materie prime, e per l’elettrico in particolare anche lo sviluppo delle infrastrutture, di modelli commerciali più orientati all’on-line, e della riduzione del prezzo dei veicoli”, afferma Dario Duse, Managing Director di AlixPartners e co-leader europeo del team Automotive and Industrial di AlixPartners. “Anche la decarbonizzazione dei veicoli commerciali sta avanzando rapidamente sotto la spinta regolatoria: per questo tipo di veicoli la soluzione che pare più promettente è quella che utilizza l’idrogeno in una pila a combustibile o in un processo di combustione più tradizionale. I principali costruttori stanno investendo nello sviluppo dei prodotti e potenzialmente l’idrogeno potrebbe rappresentare il secondo combustibile per i veicoli pesanti nel 2030. Anche in questo caso, saranno necessari sostenibilità economica anche per gli utilizzatori e quindi costi dell’idrogeno ridotti, nonché un’adeguata infrastruttura di supporto”.