Aiga: no alla persecuzione dell’auto aziendale
Secondo Aiga, che è l’associazione dei fleet manager cioè dei professionisti che gestiscono le auto aziendali, non è affatto certo che in sede di discussione della finanziaria l’assurdo incremento di tassazione per le autovetture aziendali date in benefit venga accantonato. Il tentativo di aumentare ancora la fortissima discriminazione fiscale dell’auto aziendale in Italia rispetto all’Europa e al resto del mondo impone tuttavia che l’opinione pubblica e il Governo prendano coscienza che in Europa e in tutti i paesi del mondo, salvo pochissime limitazioni, le auto aziendali hanno un trattamento fiscale uguale a quello di tutti i beni strumentali utilizzati nell’attività dell’azienda.
In Italia, invece, vi sono forti barriere sia alla deducibilità dell’ammortamento dei costi di esercizio che alla detraibilità. Questo è uno degli elementi che rende le nostre aziende meno competitive rispetto ai loro concorrenti del resto del mondo. Non aumentare la tassazione sull’auto aziendale, ma anzi ricondurla agli standard europei è dunque, afferma Aiga, un’esigenza fondamentale per ridare competitività alle nostre aziende e contribuire al rilancio dell’economia italiana.
Un’azione come quella proposta dalle nostre istituzioni penalizzerebbe fortemente il mercato dell’auto aziendale, che oggi rappresenta il 40% delle immatricolazioni di un settore che contribuisce all’11% del Pil. Questa iniziativa fiscale colpirebbe direttamente e pesantemente i lavoratori assegnatari di auto aziendale e le relative imprese (aumentando in maniera indiretta il costo del lavoro).