Aftermarket, in Italia il business cresce senza sosta
di Stefano Belfiore*
Cresce e si rafforza il business del post-vendita nazionale. Secondo i dati del Barometro Aftermarket (rilevazione statistica interna al Gruppo Componenti Anfia) il fatturato di settore segna un incremento dello 0,8 per cento nel 2018 rispetto all’anno precedente. A un primo trimestre allineato a gennaio-marzo 2017 (+0,04%), ha fatto seguito un secondo trimestre in crescita (+4,6%), mentre nella seconda parte dell’anno si sono susseguiti un terzo trimestre in calo del 3,8 per cento e un quarto trimestre nuovamente positivo (+2,5%). Tra le famiglie di prodotto spicca il dato dei componenti di carrozzeria e abitacolo con una crescita a due cifre (+14,5%).
Fanno seguito i rialzi dei componenti elettrici ed elettronici (+5,6%), che avevano registrato la contrazione maggiore l’anno precedente (-7,5%), dei materiali di consumo (+3,3%) e dei componenti undercar (+1,8%), che avevano chiuso il 2017 in lieve flessione (-0,9% e -0,1% rispettivamente). Unico ne è la famiglia dei componenti motore (-7,9%), che peggiora la sua performance rispetto al 2017 (quando aveva chiuso a -0,2%). L’incremento a due cifre registrato dalla famiglia dei componenti di carrozzeria ed abitacolo, spiegano gli analisti, può ricollegarsi al fatto che il rinnovo del parco circolante italiano (ormai arrivato a un’età mediana di quasi 11 anni per le autovetture) procede con lentezza, contribuendo a garantire una certa continuità negli interventi di manutenzione per i veicoli più anziani.
Guardando alla famiglia dei componenti elettrici ed elettronici, il ruolo sempre più centrale dell’elettronica e della telematica, se da un lato ha contribuito a ridurre il margine d’errore umano negli interventi di manutenzione e riparazione, offrendo prodotti sempre più affidabili e sicuri, ha anche incrementato la vendita di ricambi di questo tipo e gli interventi di manutenzione e riparazione su tipologie di componenti sempre più complesse. Il decremento del fatturato inerente i componenti motore, invece, può essere ricondotto, in termini generali, al fatto che il sempre più elevato livello di qualità dei componenti della vettura, ne garantisce un allungamento della vita media. Questo, per sistemi complessi come il sistema motore, significa che non sono necessari interventi di sostituzione o riparazione in assenza di guasti importanti.
“Le profonde trasformazioni che il settore automotive sta vivendo in questi ultimi anni hanno un impatto anche sull’aftermarket, tuttora percorso da dinamiche di cambiamento e riposizionamento degli attori della filiera distributiva, ma anche chiamato ad integrare nuove competenze e specializzazioni, in linea con l’evoluzione dei modelli di mobilità e delle tecnologie che ne stanno alla base. Da un lato, lo sviluppo delle tecnologie per il veicolo connesso e autonomo ha conferito un ruolo centrale all’elettronica e alla telematica, rendendo sempre più complessi i dispositivi di assistenza alla guida ed introducendo forti elementi di novità nel business della manutenzione e della riparazione.
Dall’altro lato, la transizione verso una mobilità sostenibile, che punta molto sull’elettrico per via dell’indirizzo normativo voluto dall’Unione europea, imporrà agli operatori del settore, per rispondere alle nuove esigenze del mercato, una rapida riconversione professionale che richiede fin d’ora la messa in campo di strumenti formativi innovativi, a partire dagli istituti professionali e dalle università, fino agli attori della filiera stessa”, sottolinea Paolo Vasone, coordinatore della Sezione Aftermarket del Gruppo Componenti Anfia.