di Paolo Vasone, coordinatore della Sezione Aftermarket – Gruppo Componenti Anfia e Massimo Pellegrino, responsabile Area Rapporti con le reti di distribuzione indipendenti – Anfia Aftermarket
Grazie al rimbalzo positivo registrato nel primo semestre 2021 (+42,2%) e alla crescita più moderata riportata nel secondo, il fatturato dei ricambi automotive chiude l’anno da poco trascorso con una crescita a doppia cifra (+22,4%), che deriva, in parte, dal confronto con le performance negative del 2020, inficiato dalla pandemia e dalla conseguente crisi economica.
Nel confronto con il 2019, pre-pandemia, il fatturato aftermarket 2021 registra comunque una variazione positiva (+4,8%), che conferma il carattere anticiclico di questo specifico comparto rispetto sia all’andamento dell’economia in generale sia al mercato auto italiano.
Questo sebbene anche il mercato dei ricambi abbia risentito dei ritardi e dei blocchi nella catena di approvvigionamento a causa della crisi e dei rincari delle materie prime, tra cui i semiconduttori.
La filiera continua a essere in costante e rapido riassetto di quote di business e di presidio dei territori: meno attori protagonisti, più robusti, ma anche più articolati e complessi a livello di conto economico e di sostenibilità nel breve e medio termine; nuove alleanze strategiche collegate anche a business complementari a quello tradizionale sono ormai mature. La fase di transizione è tutt’altro che terminata.
Per proseguire l’avviato trend di ripresa, il settore aftermarket deve continuare ad affrontare le trasformazioni e gli investimenti – anche in formazione di nuove competenze – richiesti dalle grandi sfide del momento, aprendosi alle partnership con altri soggetti e cogliendo le opportunità connesse alla duplice transizione, digitale e green, che stiamo vivendo, con particolare attenzione alle implicazioni del processo di elettrificazione della mobilità sul mondo della manutenzione e autoriparazione. Indispensabile è lavorare sulla propria offerta in termini di ampliamento della gamma dei prodotti e dei servizi e di focus su competitività, flessibilità e valore aggiunto.
I risultati globalmente positivi registrati nel 2021, grazie a un eccellente primo semestre dovuto sia alla domanda del mercato della riparazione e manutenzione sia alla necessità di rigenerare gli stock in linea con i reali fabbisogni nei magazzini dei distributori e dei ricambisti – e al successivo consolidamento nel secondo semestre, dovuto perlopiù a una domanda crescente di prodotti da parte dell’intera filiera della riparazione – hanno permesso al mercato dei componentisti di recuperare e di superare, a livello di fatturato, l’ultimo anno pre-covid, il 2019.
Questi risultati sono certamente un buon viatico affinché il trend positivo prosegua anche nel 2022, pur continuando a prestare attenzione agli impatti, a livello di aumenti dei prezzi e di disponibilità di componenti, dei rincari delle materie prime, dell’energia e dei trasporti, che ci accompagneranno per buona parte dell’anno. Necessario, infine, monitorare le tensioni internazionali che potrebbero influire ulteriormente sui costi dell’energia.