Acquisti online, il terminale resta il concessionario

Cambia il modo di acquistare l’auto d’occasione, ma è ancora presto per parlare di rivoluzione, perché i vari siti Internet sono considerati la più ricca fonte di informazioni, ma per perfezionare l’acquisto si continua a preferire la classica concessionaria. Questo è il risultato di un’indagine svolta dall’Unc, l’Unione Nazionale Consumatori attraverso il sito www.consumatori.it e i canali social collegati. Lo studio conferma che la scelta del modello e della versione da acquistare parte sempre da una ricerca attraverso siti specializzati, ma anche blog e forum, ormai considerati una fonte affidabile. Segue questo percorso il 35 per cento degli italiani alla ricerca di un’auto usata, e al secondo posto restano i rivenditori, con il 24 per cento. Più staccati, con il 16 per cento, ci sono amici e parenti che continuano influenzare gli acquisti, mentre la stampa specializzata perde terreno, al quarto posto con il 14 per cento. Più che per la possibilità di effettuare con facilità il confronto tra varie soluzioni, la rete Internet è apprezzata proprio per l’affidabilità delle informazioni, oltre che per la precisione dei dati forniti. Tuttavia, come anticipato, dopo la fase di studio e di ricerca, solo il 16 per cento continua a usare la rete per concludere l’acquisto attraverso un sito di vendita di usato online o di un concessionario. Così, se il 39 per cento dichiara di avere rinunciato all’acquisto dopo la fase preliminare, il 29 per cento si è rivolto direttamente al salone di una concessionaria, il 13 per cento a un privato e il 12 per cento a un centro specializzato in occasioni. Scelte che sono motivate sostanzialmente dalla possibilità di provare liberamente la vettura, dalla fiducia nel venditore, oltre all’assistenza nell’acquisto e alle condizioni di vendita. E dopo avere perfezionato l’acquisto il rapporto con Internet precipita, almeno per quanto riguarda l’auto. Solo 12 consumatori su cento decidono di condividere le esperienze di acquisto, e se lo fanno è soprattutto per segnalare un trattamento non all’altezza delle aspettative.

Valerio Boni

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