AAA:  camionisti cercasi

di Cinzia Franchini, portavoce di Ruote Libere

È sempre più difficoltoso trovare autisti. Una professione che non ha alcun appeal per i giovani.  Anche questo è uno dei tanti specchi sui quali si riflette la profonda crisi del settore dell’autotrasporto, rappresentato dalla difficoltà da parte delle aziende, sia medio-piccole che grandi, nel reperire nuovi autisti. Sono tanti i colleghi imprenditori che negli ultimi tempi ci segnalano la crescente problematicità collegata al trovare personale in grado di guidare autocarri. Questa situazione è legata a molteplici cause, ma certamente gli elevati costi necessari per acquisire le patenti e le eventuali specializzazioni rappresentano una barriera d’ingresso spesso invalicabile, oltre ai tempi biblici per la frequentazione dei vari corsi.

A fronte della prospettiva di una vita lavorativa particolarmente faticosa, spesso per giorni lontano da casa e dalla famiglia, e dove anche le gratificazioni economiche sono solo un ricordo dei tempi che furono, occorre mettere in preventivo, prima di iniziare a lavorare, un investimento di 3-4mila euro per l’ottenimento delle patenti e delle certificazioni di base necessarie. Di qui la difficoltà nel trovare personale qualificato, senza calcolare il vantaggio in termini concorrenziali del quale possono godere cittadini stranieri i quali ottengono la patente con procedure nazionali diverse e spesso semplificate e meno onerose rispetto alle nostre.

A fronte di tale situazione e per incentivare i giovani ad avvicinarsi a questo mestiere occorrerebbe una vera detassazione sul costo del lavoro che potrebbe consentire agli imprenditori di aumentare gli stipendi dei giovani neo-assunti. Sul fronte della formazione, poi, potrebbero essere meglio indirizzate le cospicue risorse oggi erogate dallo stato per formazione a volte poco profittevole. Non dimentichiamo, infatti, che ogni anno svariati milioni di euro vengono stanziati dal ministero dei Trasporti, attraverso le associazioni di categoria ed enti autorizzati, per attività di formazione nel migliore dei casi del tutto teoriche. Ecco, allora, che quei soldi potrebbero servire per finanziare in modo diretto quei giovani che, al loro primo ingresso nel mondo del lavoro, devono farsi carico dei costi legati all’ottenimento delle patenti necessarie per esercitare la professione.

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