Incentivi: la strategia suicida del Governo

L’esaurimento repentino degli incentivi, utili a garantire una forte spinta al mercato dell’auto, era ampiamente previsto, come anche il ritorno allo stato di grave difficoltà che ha preceduto lo spazio di tempo che ha beneficiato dei sostegni. E così, insieme alla seconda pesante ondata della pandemia, il mancato rifinanziamento dei bonus relativi alla fascia 91-110 grammi/km di CO2 emessa, quella dei veicoli più richiesti (diesel e benzina Euro 6) e i circa 11 milioni ancora disponibili per l’acquisto delle vetture ibride più alla portata (61-90 grammi/km di CO2) fanno prospettare per il settore un novembre e un dicembre da incubo.

Gli incentivi rimasti riguardano ora le auto elettriche e ibride, anche ricaricabili (sempre costose e considerate valide a fronte di particolari esigenze). Ed è impensabile che da qui alla fine dell’anno – in funzione anche dei problemi determinati dal Covid-19 – si assista a una corsa folle all’acquisto di questi modelli.

Ha ragione Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor, quando afferma che «la festa per il mercato dell’auto è finita». Il mese di ottobre, infatti, ha segnato un -0,18% dopo il +9,54% di settembre, mese che ha beneficiato dell’effetto incentivi. Nei 10 mesi le vendite, profondamente influenzate dal lockdown, si attestano così a 1.122.998 unità, -30,91% sullo stesso periodo del 2019. E sempre Quagliano segnala anche il preoccupante crollo del clima di fiducia da parte degli operatori del comparto: da quota 53,2 in agosto, l’ultima rilevazione registrata è 28,1.

La Legge di Bilancio, a questo punto, deve tenere conto di questa realtà e prevedere, pertanto, il prolungamento del sistema di incentivazione. Il problema che è il modo di agire di questo Governo determina l’accumulo di problemi su problemi, strategia suicida aggravata dalla situazione pandemica al limite del controllo. Le speranze, purtroppo,  sono al lumicino. E, ribadisco, si è persa una grandissima occasione (la rivisitazione degli incentivi, chiesta più volte dal settore, una volta terminati quelli più richiesti e in funzione proprio di questo boom) per assicurare ossigeno al comparto almeno sino al 31 dicembre.

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