Milano e la viabilità “kamikaze”: buonsenso dove sei?

Il buonsenso non alberga a Palazzo Marino. Nelle ore in cui l’emergenza Covid-19 si rafforza e si paventano nuovi interventi drastici nel tentativo di arginare i contagi, ecco che l’amministrazione di Milano riaccende le telecamere di Area B, la zona a traffico limitato creata per combattere l’inquinamento proibendo l’accesso ai veicoli privati diesel fino a Euro 4. Il fine – salvaguardare i nostri polmoni – è nobile, ma in situazioni drammatiche, come l’attuale nuova ondata della pandemia, con tutti i problemi alla viabilità che si toccano con mano, imporrebbe un’attenta riflessione.

«Vogliamo evitare che le strade di Milano siano congestionate dal traffico e, in particolare, da veicoli inquinanti», afferma l’assessore alla Mobilità, Marco Granelli. La dichiarazione non tiene però conto che la «brillante» idea di far dipingere a ritmo sostenuto piste ciclabili ovunque, restringendo le carreggiate, togliendo spazi ai parcheggi, inventando zone di sosta per vetture e taxi a rischio incidente, non fa altro che aumentare il traffico con code e ingorghi all’ordine del giorno.

C’è il trasporto pubblico, è vero. Ma avete visto il caos sulle banchine della metropolitana e il pigia pigia di questi giorni sui vagoni? Altro che 80% di riempimento, tra l’altro valutazione piuttosto azzardata guardando al distanziamento imposto. In più, sono stati tolti i divieti a sedersi a scacchiera. Risultato: i milanesi e soprattutto chi arriva da fuori per recarsi al lavoro, preferiscono non rischiare la roulette russa del metro, e utilizzano il mezzo proprio e, chi può, il taxi. E lo stesso fanno i tanti genitori che scelgono di accompagnare e poi riprendere i bambini a scuola con la macchina. E cosa fa il sindaco Beppe Sala con il suo team di «talebani»? Come se niente fosse, salvo farsi vedere in tv e raccomandare paternamente di comportarsi con responsabilità, rende la situazione sempre più complicata. Non tutti, come chi abita in centro, possono permettersi auto elettriche o ibride, ma sono ancora in possesso – non per loro colpa – di veicoli vecchiotti, ritenuti però in questo periodo indispensabili per potersi muovere liberamente e in sicurezza.

Ci sono le bici e i monopattini, replicherebbero da Palazzo Marino. La risposta: come ampiamente previsto un flop nelle giornate (e siamo solo all’inizio) grigie e di pioggia, con le ciclabili di accesso al centro deserte e qualche coraggioso radical-chic che pedala nel Quadrilatero. E intanto se ne disegnano di nuove, come quella «kamikaze» in via Sardegna: a destra le fermate del bus e le strisce blu di sosta, a sinistra le auto che scorrono. Basta un nulla, una distrazione per causare un incidente, l’ennesimo di una mobilità dai propositi «dolci» ma dal gusto sempre più «amaro». Palazzo Marino rifletta: il buonsenso prima di tutto. E spenga, fino a tempi migliori, le telecamere di Area B.

 

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