Caschi, bimbi e bici: il test di Altroconsumo

Altroconsumo ha giudicato in modo molto severo 11 caschi bici per bambini su 6 tipi di impatto. Ci vogliono norme più stringenti per ottenere l’omologazione e quelli più cari non sono sempre i più sicuri. “Molte delle città – sottolinea l’associazione – non sono fatte per le biciclette: le piste ciclabili sono spesso insufficienti, automobili e moto congestionano il traffico, le zone con il limite di velocità a 30 km/h sono troppo poche. Il casco è senza dubbio una valida protezione. Il test rivela che la probabilità di scongiurare danni cerebrali indossando uno dei caschi messi alla prova, varia dal 50 a poco più del 70%, a seconda dei modelli”.

Indossare il casco in bici deve essere una scelta consapevole. Il casco che si fa mettere ai bambini deve essere di buona qualità, della misura giusta e soprattutto deve essere allacciato e indossato correttamente. Altrimenti è inutile. È proprio la valutazione della qualità del casco in termini di sicurezza al centro del test di Altroconsumo (svolto in collaborazione con il laboratorio Certimoov, che usa un nuovo metodo di valutazione del rischio messo a punto dall’Università di Strasburgo). Gli undici caschi bici per bambini testati sono prodotti omologati secondo la norma EN1078.

Sicurezza che non è sempre proporzionata al prezzo. I caschi del test ottengono i risultati peggiori nella prova di impatto laterale: nessun modello raggiunge infatti le cinque stelle (il voto migliore) e solo due raggiungono le quattro stelle. È un risultato preoccupante: significa che, in generale, i caschi in commercio non proteggono in modo sufficiente per quel genere di caduta.

È indubbio che qualsiasi casco (purché della misura giusta e ben indossato) protegga meglio rispetto a non indossarlo. Altroconsumo, dunque, ne raccomanda l’uso. “Da tempo chiediamo che diventi obbligatorio per i ciclisti di età inferiore ai 14 anni. E lo consigliamo anche agli adulti, sperando che il buon esempio si diffonda, come è avvenuto per i caschi da sci. Per avere caschi sicuri, però, i produttori devono fare di più: basterebbe rendere più severi e articolati i protocolli da superare per ottenere l’omologazione, per esempio testando anche gli impatti su superfici inclinate e non solo piane”, afferma Altroconsumo.

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