Cina “guarita”: boom dell’auto. Solo coincidenze?

 

Da Wuhan tutto è cominciato e dalla stessa megalopoli con oltre 11 milioni di abitanti arrivano segnali concreti di ripartenza. Qui, nella provincia di Hubei, al centro della Cina, da dove il Covid-19 ha via via infettato quasi 24 milioni di persone nel mondo, si è da poco concluso il 18° Central China International Auto Show, di fatto il primo Salone dell’auto «live» da quando è scoppiata la pandemia. Una sessantina le Case che vi hanno aderito e almeno 100mila i visitatori, tutti muniti di mascherina e «igienizzati» come i manager e il personale presenti sugli stand. E già si guarda al grande Salone di Pechino, in calendario dal 26 settembre al 5 ottobre, dopo il rinvio, causa Covid-19, avvenuto ad aprile.


Insomma, dal coprifuoco totale nel periodo più drammatico della pandemia e da dati economici allarmanti, in pochi mesi il motore cinese è tornato a girare e le persone a sorridere (la foto delle migliaia di uomini e donne, anche senza mascherina, ammassate al megaparty di metà agosto al parco acquatico di Wuhan). In questo scenario, il primo mercato mondiale dell’auto ha ripreso a correre e il Pil a crescere. In luglio le vendite di veicoli sono aumentate del 16,4% (importante l’incremento delle vetture elettriche). Da -80% di febbraio a -40,8% di marzo, via via le consegne sono risalite: +4,4% in aprile, +15,9% in maggio, +11,6% a giugno e poi luglio. In parallelo cresce anche la produzione. A favorire questa ripresa sprint sono stati anche gli incentivi decisi dal governo.


Fin qui i dati oggettivi, mentre gli altri mercati mondiali dell’auto continuano a soffrire: -22,3% l’Europa a giugno, sesto mese consecutivo con il segno meno, e meno 34% il secondo trimestre negli Usa. Ma a sorprendere, in Cina, è anche il Pil che accelera più del previsto: balzo al 3,2% nel secondo trimestre, rispetto ad attese nell’ordine del 2,5%. Dunque, mentre tutti faticano a rialzarsi, la Cina dimostra di essere già in forma (pochissimi, tra l’altro, i contagi quotidiani) e pronta, approfittando dei problemi che investono gli altri mercati, a sferrare l’attacco proprio in campo automobilistico. E l’Europa potrebbe subire la prima invasione. Del resto, colossi come Geely, Baic e DongFeng (di Wuhan) hanno già acquisito importanti posizioni: Geely è proprietaria di Volvo e primo azionista di Daimler, Baic è terza come peso azionario sempre dei tedeschi, DongFeng è nella sfera di Psa e avrà una quota nella futura Stellantis con Fca.

Intanto, nella seconda parte del 2021, la cinese Nio punta a entrare in Europa con le sue auto elettriche e la batteria a canone mensile. Dalla Grande Muraglia la sfida all’Europa riguarderà, infatti, proprio le auto a zero emissioni. In Italia, in una sordina dal sapore tattico, Faw (ricavi per 90 miliardi di dollari) e Silk Ev (ingegneria e design), sono al lavoro sul progetto da oltre 1 miliardo in Emilia Romagna per la produzione di veicoli elettrici e plug-in di alta gamma. E poi c’è la Norvegia, Paese con un’alta percentuale di veicoli elettrici, nel mirino di Mg (insieme a Francia e Paesi Bassi) e Byd con il Suv Ev Tang 699. I media internazionali avvertono: è un’invasione silenziosa la cui arma sono le auto elettriche low cost. Negli Stati Uniti, intanto, nel pieno delle tensioni tra Casa Bianca e Pechino, a minacciare Tesla è il costruttore Xpeng Motors, che annovera Alibaba tra i maggiori azionisti, pronto a quotarsi a Wall Street.

A questo punto, sembra che i cinesi – almeno nell’automotive – stiano approfittando dei problemi che la pandemia sta arrecando alle economie occidentali per alzare ancora di più la testa. E poi ci sono i Saloni: la sorpresa Wuhan, quindi Pechino. Mentre gli altri (Ginevra, Detroit, New York, Parigi) si sono dovuti arrendere. Solo coincidenze?

 

2 Comments

  1. mario says:

    beh siccome non esiste nulla è ovvio che ci sia il boom …. solo i babbei italiani ci potevano cadere Pdioti e Penstallati

  2. Edgardo says:

    Noi occidentali invecchiamo sempre più, con un pil scarsamente in crescita…
    I cinesi invecchiano anche loro, ma vogliono prima diventare ricchi, anche se a scapito degli altri.
    Ancora troppa gente pensa che la Cina sia in corsa per il ” primato mondiale”, in realtà, sono assolutamente disinteressati riguardo il primeggiare.
    I loro piani sono sempre a lungo e lunghissimo termine, anche oltre i quarant’anni … Noi , per esempio in Italia, non sappiamo cosa faremo tra quaranta giorni, altro che 40 anni!
    Edgardo.

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