Viabilità a Milano: se l’ideologia vince sulla ragione

di Fabrizio De Pasquale, capogruppo di Forza Italia nel Consiglio comunale di Milano
L’assessore alla Mobilità di Milano, Marco Granelli, si e gonfiato il petto per Corso Buenos Aires: ci sono 5.000 bici al giorno e abbiamo già fatto 1,3 km di ciclabile su 6,5 della tratta San Babila-Sesto. C’e poco da essere tronfio: non ha realizzato chissà quale grande infrastruttura o metropolitana, ma solo una corsia dipinta a pennello (male) sull’asfalto. Aspetti a lodarsi il nostro assessore alla Immobilità: siamo in presenza del 25% della circolazione, rispetto a prima e la ciclabile produce i suoi effetti nefasti ancora solo su un lato dei due. Infine, da sempre nelle belle giornate festive circola più gente in bici. I problemi sono destinati ad aumentare, ma poiché l’assessore non programma e non fa studiare i progetti nemmeno può prevedere cosa ci aspetta. Si è realizzata  in Buenos Aires una pista in totale fretta, senza alcuno studio sui flussi di traffico e sugli incroci. E come se un ingegnere costruisse un ponte senza aver analizzato prima il terreno su cui edificare i pilastri. Così si usano soldi del contribuente per correggere in corso d’opera l’intervento. Che nel pezzo di Corso Venezia  è  stato fatto prima dell’approvazione del Decreto Rilancio e quindi non lo rispetta (a esempio, le righe dovrebbero ora essere intermittenti). Fatte così male, le ciclabili non proteggono i ciclisti dai rischi, ma aumentano i pericoli. In Baires ogni giorno vi sono centinaia di conflitti per viabilità tra auto, moto e bici. Facile prevedere incidenti quando il battaglione di Polizia Locale che oggi è schierato lì sparirà. Anche nella realizzazione di questo intervento paghiamo la scelta di affidare le soluzioni viarie ai costosi studiosi di AMAT (8 milioni anno) bypassando l’esperienza cinquantennale dei Vigili Urbani che un tempo erano deputati a dare il loro parere su ogni intervento viabilistico. Poiché al peggio non ce limite, Granelli e pure l’assessore Pier Francesco Maran, in questi giorni hanno pure speculato in maniera squallida su alcuni incidenti occorsi in Viale Monza. La sicurezza stradale non si ottiene fissando a tavolino che tutti vadano 30 all’ora, ma mettendo pattuglie a controllare chi guida in stato di ebrezza e chi guida come un matto. Piuttosto, in Viale Monza l’ossessione di fare una ennesima ciclabile pone la Giunta a un bivio progettuale: o si fa una ciclabile sul lato destro e si cancellano migliaia di posti auto per i residenti,  oggi a spina di pesce, o si fa una pista a sinistra accanto allo spartitraffico, pericolosa e fuorilegge: forse sarebbe meglio studiare un altro percorso.

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