Incubo Covid-19: superare la tempesta, insieme

di John Elkann, presidente di Exor (estratto dalla lettera agli azionisti)

L’Italia è stata il primo Paese, al di fuori dell’Asia, a essere pesantemente colpito dal coronavirus, facendo vivere a chi vive e lavora qui nelle ultime 6 settimane ciò che gli altri Paesi potrebbero affrontare in futuro. In questo periodo la salute pubblica è diventata per tutti noi la priorità e le decise misure di lockdown intraprese dal governo sono state accompagnate da eccezionali e ammirevoli dimostrazioni di senso di responsabilità e di appartenenza. Nonostante le difficoltà e il disagio creati dal distanziamento sociale, abbiamo visto persone offrire supporto psicologico, pratico e finanziario a chi è più a rischio o in difficoltà, mentre famiglie, amici e colleghi hanno dovuto fare i conti con la realtà di questa pandemia, a volte purtroppo nel modo più tragico.

Porgo le mie sincere condoglianze a tutti coloro che hanno perso i loro cari a causa di questa crudele malattia. Vorrei anche rivolgere un pensiero di gratitudine per gli innumerevoli atti eroici da parte di dottori, infermieri e personale medico che stanno proteggendo tutti noi, mettendo in salvo moltissime vite. La dedizione e l’altruismo mostrati da tutti coloro che lavorano nei servizi essenziali sono stati altrettanto ammirevoli. Queste misure stanno iniziando a mostrare alcuni risultati, e l’Italia inizia vedere alcuni segnali nella riduzione del livello di contagio. Sono spiragli di speranza che ci dicono che potremo finalmente iniziare a tornare a un qualche tipo di normalità. Ma non è possibile scegliere tra la salute delle persone e quella dell’economia: senza la prima, non può esistere la seconda, mai.

Durante questa crisi, abbiamo anche fatto tutto il possibile per proteggere le nostre società, consapevoli che quando le nostre economie ripartiranno, saranno in prima linea, per fare in modo che tutte le nostre comunità e i paesi in cui operiamo possano iniziare la ripresa. E lo abbiamo fatto in molti modi.

Ci siamo assicurati che ciascuna delle nostre società istituisse un processo chiaro ed efficace per la gestione della crisi, con una maggiore interazione all’interno dei Consigli di Amministrazione e frequenti comunicazioni interne. La salvaguardia della salute delle persone, del loro impiego e del loro sostentamento è diventata la preoccupazione principale per tutte le nostre società. I problemi affrontati da ciascuna di esse sono molto diverse: ad esempio Fca, Ferrari e Cnh Industrial hanno chiuso temporaneamente i loro impianti, mentre le nostre media company hanno accettato la sfida di continuare a fornire notizie di alta qualità pur lavorando da remoto, senza per questo cambiare la loro priorità, che è la protezione dei loro dipendenti.

Ci siamo assicurati che tutte le nostre società garantiscano la continuità del business. Pertanto sono state condotte dettagliate analisi della loro liquidità, intraprendendo misure per ridurre i deflussi di cassa e garantire un concreto accesso al finanziamento attraverso i mercati del debito e partner bancari; e questa crisi è stata una buona occasione per capire chi sono davvero i nostri partner. Ogni società ha inoltre cercato il modo di riprogrammare i propri investimenti e ridurre i costi. Tuttavia, tenendo a mente la solidità dei business sul lungo termine, abbiamo anche evidenziato l’importanza di confermare gli investimenti essenziali e di sostenere le società con cui collaboriamo, inclusi i nostri principali fornitori e rivenditori.

Sono stati giorni e settimane difficili per tutti noi e sappiamo che probabilmente le ripercussioni di questa crisi rimarranno ancora per qualche tempo. Ma siamo rimasti colpiti dallo spirito e dalla determinazione delle nostre persone, per garantire che le nostre società emergano più forti quando tutto questo sarà finito.

Oltre ad affrontare le conseguenze della crisi per le nostre società, abbiamo anche realizzato iniziative immediate per sostenere gli interventi sanitari nelle comunità in cui operano, e continueremo a farlo. Abbiamo acquistato e regalato respiratori e dispositivi di protezione individuali per chi lavora in prima linea nel sistema sanitario, come ad esempio le 500.000 mascherine chirurgiche donate il 1 di aprile agli ospedali e ai medici di pronto soccorso in Michigan. Abbiamo messo a disposizione pro bono le nostre capacità tecniche e ingegneristiche per aumentare in modo significativo la produzione di Siare, unico produttore italiano di respiratori. Progetti simili sono in corso negli Stati Uniti con GE Healthcare e Hillroom. Con quest’ultimo stiamo anche lavorando per aiutarli ad aumentare la produzione di letti ospedalieri.

In vari stabilimenti europei abbiamo utilizzato le nostre stampanti 3D per fornire protezioni facciali alle autorità sanitarie locali e abbiamo convertito la produzione di uno stabilimento in Cina per realizzare e donare mascherine. Abbiamo fornito cinque ambulanze allestite per il biocontenimento e altre 500 vetture per l’assistenza medica e sociale in Italia, mentre in Brasile stiamo aiutando a creare un ospedale da campo e finanziando iniziative per offrire assistenza sanitaria di base alla famiglia basso reddito. 

Siamo consapevoli che questa crisi non necessiti solamente di una risposta sanitaria e per questo abbiamo supportato le nostre società nella realizzazione di iniziative a favore di tutta la comunità. Tra queste c’è l’iniziativa di Fca che offre un milione di pasti ai bambini negli Stati Uniti che fanno affidamento sui servizi di mensa scolastica; Ferrari offre aiuto ai bambini e alle loro famiglie che vivono a Maranello; Juventus ha lanciato un’iniziativa di raccolta fondi chiamata #DistantiMaUniti. “La Stampa”, attraverso la Fondazione Specchio dei Tempi, ha raccolto oltre 10.000 donazioni, comprese quelle della nostra famiglia, utilizzate per fornire cibo e medicine alle persone in difficoltà che vivono a Torino, inclusi anziani e madri single.

L’importanza dei valori di Exor è emersa in maniera evidente nelle ultime settimane, con i dirigenti e i manager delle nostre società che, oltre alle azioni intraprese a livello aziendale, hanno rinunciato, parzialmente o per intero, ai propri compensi per quest’anno. In Exor abbiamo fatto lo stesso e lavoreremo con la Fondazione Agnelli per destinare queste risorse in favore di un’iniziativa in ambito educativo che aiuterà scuole e studenti ad affrontare le sfide didattiche legate al Covid-19 che le scuole e gli studenti devono affrontare, sia oggi che in futuro, a mano a mano che le attuali restrizioni saranno allentate.

Sappiamo che – nonostante timidi segnali indicanti, per lo meno in Italia, che il picco dell’epidemia sia già stato raggiunto – ci aspettano ancora molti giorni difficili. Continueremo a fare tutto ciò che possiamo, sia nelle nostre società che nelle comunità dove viviamo, al contempo avendo cura di pianificare i progetti future.

Uno dei modi in cui lo stiamo facendo consiste nella definizione di sistemi e protocolli per permettere la riapertura graduale e in sicurezza dei nostri luoghi di lavoro, in stretta collaborazione con i rappresentanti dei nostri lavoratori e le autorità sanitarie competenti. Con il patrocinio della Giunta della Regione Emilia-Romagna, stiamo realizzando un progetto pilota avanzato negli stabilimenti Ferrari in collaborazione con un pool di scienziati ed esperti.

In una prima fase realizzeremo uno screening volontario dei dipendenti e delle loro famiglie. Seguirà quindi l’utilizzo di una App, sviluppata in modo da rispettare tutte le normative vigenti sulla privacy, per monitorare e/o contenere qualsiasi nuovo caso di contagio tra i dipendenti. Nel quadro di questo progetto pilota, ai dipendenti che tornano al lavoro verrà inoltre offerta assistenza sanitaria, alloggi temporanei nel caso in cui fosse necessario adottare misure di isolamento e copertura assicurativa specifica. I risultati di questo progetto, chiamato “Back on Track”, verranno condivisi a livello locale e in tutto il mondo per contribuire alla creazione di nuove procedure per la protezione della salute dei lavoratori in ognuna delle loro comunità.

Allo stesso tempo, abbiamo continuato a guardare al futuro, alla ricerca di nuove opportunità per costruire ancora grandi società, sostenendo eccezionali imprenditori.

Vorrei concludere la lettera di quest’anno con una citazione di Albert Camus, scrittore apprezzato per le sue riflessioni sulla condizione umana. Nel suo romanzo “La Peste” ha scritto: “Ai tempi della peste abbiamo imparato che ci sono negli uomini più cose da ammirare che non da disprezzare”.

L’atteggiamento straordinario che vediamo mentre le persone di tutto il mondo si adattano a restrizioni inimmaginabili prima d’ora; l’eroismo disinteressato e ammirevole del nostro personale sanitario così come quello di tutti coloro che si occupano dei servizi essenziali che stanno tenendo a galla le nostre società; l’incessante lavoro delle centinaia di migliaia di colleghi nelle nostre società in tutto il mondo, tanto al lavoro, quanto nelle loro comunità, sono sicuramente tra le cose che ammiriamo e che ci permetteranno col tempo di superare la tempesta, insieme.

 

 

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