L’auto in Italia nel 2019: l’analisi di Anfia
Nel mese di dicembre sono state immatricolate 140.130 autovetture, il 12,5% in più di dicembre 2018 (elaborazioni ANFIA su dati Ministero Infrastrutture e dei Trasporti in data 07/01/2020) e il 2019 chiude con 1.916.554 immatricolazioni, lo 0,3% in più del 2018. Tra gennaio e agosto 2019, il mercato italiano registrava una flessione del 3% rispetto allo stesso periodo del 2018. Poi, nel quadrimestre settembre-dicembre, il mercato ha registrato una crescita dell’8,5%, che ha consentito che l’anno chiudesse, seppur di poco, in positivo. Il Gruppo Fiat Chrysler Automobiles (incluso Maserati) registra un calo tendenziale del 2% nel mese, con volumi che si attestano a oltre 31.000 nuove registrazioni con il 22% di quota e termina l’anno in calo del 10% ed il 24% di quota di mercato, con 454.000 immatricolazioni.
Sono cinque i modelli italiani nella top ten del 2019: Fiat Panda (136.860 unità) al primo posto, seguita da Lancia Ypsilon (58.752) in seconda posizione, da Fiat 500X (42.522) in quarta, da Jeep Renegade (41.626) in quinta e da Fiat 500 (39.919) in settima. Continua il calo per le immatricolazioni di auto diesel, che nel 2019 non hanno mai avuto una variazione positiva. A dicembre risultano in calo del 16% con il 34% di quota, la più bassa dopo febbraio 2001, mentre le vendite di auto a benzina raggiungono il 49%, grazie ad una crescita dei volumi del 32%. La quota di mercato del 2019 delle vetture diesel è del 40%, la più bassa degli ultimi 18 anni. Nel 2019 le auto ad alimentazione alternativa valgono il 15,7% del mercato (+19% la crescita dei volumi), di cui lo 0,9% di auto a zero o a bassissime emissioni (complessivamente 17.133 unità). All’aumento delle vendite di auto elettriche hanno contribuito incentivi, in vigore dal 1° marzo 2019, che premiano le autovetture con emissioni fino a 70 g/km di CO2, in pratica le auto elettriche e ibride plug-in (con
un prezzo di acquisto fino a 50mila euro, IVA esclusa).
Crescita a tre cifre per le vetture puro elettrico (+113%), più ridotta per le ibride ricaricabili (+41,5%). Nel mix di mercato del 2019 hanno segno negativo le autovetture utilitarie (-10%), medie inferiori (-10,5%), medie (-14%) e monovolumi (-16%). Sono in crescita, invece, le immatricolazioni delle auto superutilitarie (+9%), alto di gamma (+1,3%) e SUV (+10%). In lieve calo le immatricolazioni di vetture destinate ai privati, che nel 2019 cedono lo 0,2%, mentre aumentano le vendite a società dello 0,8% (tra queste, il noleggio in crescita del 6%). Sempre nell’anno, le vendite di auto ricaricabili tra i privati aumentano del 169% e rappresentano il 26% del totale delle ricaricabili, mentre per le società aumentano del 59%.
Nella Legge di Bilancio 2020 è contenuta la norma che rimodula i benefit connessi con le auto aziendali. L’ultima formulazione approvata in Parlamento ha accolto in gran parte le osservazioni sociali, industriali e di mercato sollevate al Governo da Anfia e altre associazioni di categoria. La normativa indicata dal Governo stabilisce quanto segue: a partire dal 1° luglio 2020 i veicoli con emissioni di CO2 fino a 60 g/km saranno tassati al 25% dell’importo corrispondente a una percorrenza di 15.000 chilometri, calcolato sulla base del costo chilometrico previsto nelle tabelle Aci, quelli da 61 a 160 g/km saranno tassati al 30% (percentuale invariata rispetto all’attuale normativa). Per i veicoli con emissioni di CO2 tra 161 e 190 g/km la tassazione salirà al 40% nel 2020 e al 50% dal 2021, mentre per i veicoli che superano i 190 g/km salirà al 50% nel 2020 e al 60% dal 2021. Pur continuando a ritenere iniqua la ratio della norma, l’ultima versione, per tempistiche e per fasce di emissioni, avrà impatti minori sul mercato e sulla produzione nazionale. L’auspicio è che la misura possa a questo punto essere da stimolo per le imprese a concedere in fringe benefit autovetture BEV e PHEV, così da agevolare il lavoratore e dare impulso al mercato e alla sostenibilità di tali propulsioni.
Il 2019 sarà ricordato come l’anno dell’annuncio dell’alleanza tra FCA e PSA, che porterà alla nascita del quarto gruppo mondiale con quasi dieci milioni di autoveicoli prodotti e del secondo in Europa (dietro a Vw Group). Saranno necessari parecchi mesi di lavoro perché l’accordo superi tutte le fasi che dovranno portare i due gruppi all’integrazione.