Manley in Acea: subito la grana della nuova stretta alle emissioni
di Massimo Ghenzer**
Mike Manley, ad di Fca, dal gennaio 2020, oltre a trattare la fusione Fca-Psa, sostituirà Carlos Tavares alla guida di Acea, l’Associazione dei costruttori di auto europei che interloquisce con Bruxelles su regolamenti e legislazione. La Commissione Ue ha già imposto una drastica riduzione delle emissioni nei prossimi anni, e ora, Ursula Von der Leyen, la nuova presidente, ha annunciato di voler tagliare ulteriormente i limiti e promuovere un grande impulso di vendita delle vetture elettriche. Se ne ricava che i politici italiani non sono soli nel fissare limiti legislativi alle emissioni, senza spiegare qual è il piano per arrivarci in maniera ordinata e senza perdere posti di lavoro.
Se i limiti non saranno rispettati, per le Case scatteranno penali consistenti che peseranno sui bilanci. La politica ordina, poi, di moltiplicare i punti di ricarica, ma non spiega come sarà prodotta l’energia necessaria per alimentare le auto. Bisogna vedere se sarà da fonte rinnovabile o prodotta in maniera tradizionale. Nel secondo caso, il problema dell’inquinamento non è a saldo zero, anche in presenza di auto elettriche.
Volkswagen si accinge a lanciare, nel 2020, la vettura elettrica di massa e ha bisogno di venderla in grande quantità. Con l’attuale infrastruttura di ricarica e con i prezzi presumibili, non appare un compito agevole. Il mercato, per ora, è riluttante a tuffarsi a corpo morto sull’acquisto di vetture elettriche. Troppe le domande che non hanno avuto ancora la risposta chiara. Nel frattempo, Audi ha annunciato che il passaggio dalla produzione di vetture tradizionali a quelle elettriche comporterà la perdita di oltre 10mila occupati. Attendiamo di capire quali sono i programmi di tutti gli altri costruttori per tirare le somme, ma di sicuro i limiti imposti dalla Commissione, allo stato del’arte, non sembrano agevolmente raggiungibili.
Manley, come capo di Acea per i prossimi due anni, dovrà provare a far ragionare la Van der Leyen e indurla a vedere il tema di riscaldamento e inquinamento terrestre, come un insieme di cause, e solo alcune riconducibili all’auto. La Van der Leyen ha parlato genericamente di 100 miliardi per realizzare un piano green, ma per ora non si capisce se sono sufficienti, da dove vengono e a chi sono destinati.
*Presidente di Areté-Methodos