L’auto fatta di… cannabis
di Fabrizio Boschi
La Lotus Eco Hemp Car è senza ombra di dubbio l’auto del futuro. E questo grazie anche alla Johnson Control, azienda leader nel settore della componentistica, ha annunciato di aver messo a punto una nuova tecnologia di stampaggio plastico, che include fibre vegetali nel compostaggio dei pezzi delle automobili. Dalle carote alle patate fino alla cannabis, questi materiali ridurrebbero il peso del 40%, rendendo le auto più resistenti del 30% rispetto alle normali carrozzerie in metallo.
Alcuni pezzi per i costruttori di auto sono già disponibili: nuovi pannelli porta realizzati con la tecnologia di stampaggio ibrido CHyM (Compression Hybrid Molding) che unisce le fibre vegetali alle resine ad alta resistenza. Utilizzando come materiale di base alcuni prodotti vegetali (amido di mais, grano, tapioca, patate) si possono produrre differenti bioplastiche adattabili a diverse parti del veicolo, tagliando le emissioni di CO2.
Le auto del futuro (come la Lotus Eco Hemp Car) che tagliano le emissioni saranno composte principalmente di bioplastiche. Questo materiale sta prendendo piede negli ultimi tempi per far fronte al surriscaldamento ambientale. Inoltre, permette di rispettare gli impegni con l’Europa e con il pianeta di tagliare le emissioni di CO2, sia durante la produzione che nella durata (essendo più leggera consuma meno carburante), ma soprattutto al termine del ciclo di vita.
Si tratta però di una tecnologia non nuova, soprattutto se si parla di automobili. Infatti, oltre a una monoposto con volante in carote e carrozzeria in patate costruita dall’Università di Warwick in Gran Bretagna, la paternità della prima vera auto ecologica appartiene a Henry Ford. Nel lontano 1941 egli ultimò la Hemp Body Car, un prototipo di automobile realizzato interamente con un materiale plastico ottenuto dalla canapa.