Granfondo, una passione da tutelare

di Mister Safety

La drammatica vicenda accaduta alla Granfondo della Versilia lo scorso 11 maggio, impone ancora una volta l’esigenza non più rinviabile di una seria riflessione sul mondo delle granfondo. Non uso a caso il termine “mondo”, perché sono fortemente convinto della poca/scarsa conoscenza che si ha rispetto questa fetta di competizioni sportive, sia sotto il profilo organizzativo che ancor di più della sicurezza.

Quante sono le granfondo che si corrono nel nostro Paese? C’è chi dice tra le quattrocento e le cinquecento, chi ancora di più. Ciò significa quasi due competizioni al giorno, comprese domeniche e festività natalizie. Il regolamento della Commissione della Federazione per le gare amatoriali classifica le attività cicloamatoriali e cicloturistiche in quattro modi: granfondo agonistiche, cicloturistiche, cicloamatoriali e pedalate ecologiche.

Le ultime tre sono caratterizzati dal fatto che si svolgono a traffico aperto e quindi tutti – e sottolineo tutti –-devono rispettare il Codice della Strada, dalle precedenze alle segnalazioni semaforiche, ecc. Le granfondo agonistiche, invece, hanno la possibilità di essere praticate a traffico chiuso nei tempi previsti dall’ordinanza del prefetto. Hanno, inoltre, bisogno dell’autorizzazione degli enti proprietari e/o concessionari della strada. Si svolgono all’interno di una bolla con un veicolo che annuncia l’inizio della gara e con un altro veicolo che scorta il fine gara.

Definiti i tratti salienti e distintivi delle varie competizioni, allora, dove sono i problemi? Senza entrare nel merito di cosa sia successo in Versilia, voglio condividere alcune osservazioni che da tempo caratterizzano questo mondo e che riguardano il livello di sicurezza di queste granfondo. Molte, troppe, sono organizzate in modo approssimativo, forse con l’obiettivo di fare “business”, non rendendosi conti di mettere spesso a rischio la vita delle persone. La competitività e l’agonismo esasperato sono portati a livelli non più accettabili. Ci sono amatori che “sfidano” nei tempi i professionisti.

Per fortuna qualcosa sta cambiando. È stata firmata una convenzione tra la FCI e gli Enti di promozione, per cui le granfondo saranno sotto l’egida della FCI o comunque in “co-branding” già da quest’anno. La Federazione fornirà il direttore di corsa e i giudici. Dal 1° gennaio 2020 entrerà, inoltre, in vigore il nuovo disciplinare tecnico che aumenterà la sicurezza, individuando meglio le responsabilità e incrementando la presenza delle figure addette alle competizioni (ASA, motosfaffette, scorte, ecc.). Al tema dedicheremo una riflessione apposita.

Non ultimo tra gli sforzi da mettere in campo per rendere più sicure le nostre gare, c’è quello di trovare ogni modo possibile per ridurre la competitività, per esempio calcolando solo i tempi delle cronoscalate, detraendo quelli della discesa, ridurre i livelli dei premi (solo simbolici, vietare quelli in denaro) ecc. Sarà sufficiente tutto questo?

 

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *