2021: guerra al virus e ribaltoni auspicati

 

Solo quando i vaccinati contro il Covid-19 riguarderanno una buona parte della popolazione, almeno il 70%, si potrà pensare di tornare alla normalità. E sarà una vera conquista, l’uscita da un incubo costato tante vite e tanti affetti cari. Ad aspettarci, dunque, saranno ancora mesi di sacrifici e restrizioni. Ma importante è non replicare gli errori commessi che portano all’aumento dei contagi e a nuove pesanti limitazioni. E, di conseguenza, a situazioni ancora più drammatiche per la nostra economia e la tenuta del “sistema”.

A non replicare gli sbagli commessi nei mesi scorsi devono essere coloro che siedono al Governo centrale, ma anche gli amministratori di Regioni e Comuni. Guardiamo all’aspetto della mobilità in tempo di Covid-19: sono stati erogati (e lo saranno ancora) congrui aiuti economici a beneficio dell’acquisto di biciclette (anche da parte di chi non ne aveva urgenza, ma uno sconto fa comodo a tutti) e, soprattutto, di monopattini. Con tutto il rispetto per i produttori di monopattini (con pioggia e neve circolare su questi mezzi è un azzardo che si aggiunge alle numerose imprudenze a cui abbiamo assistito nelle grandi città), questi soldi sarebbe stato meglio dirottarli allo scopo di aumentare il plafond a disposizione per rinnovare il parco veicoli circolante, obsoleto e poco sicuro vista l’anzianità media di 11 anni. Ma tenerlo in queste condizioni servirebbe a puntare il dito sempre sul “demone” auto. Il sospetto non ce lo toglie nessuno.

Con gli incentivi in vigore tra la metà di agosto e i primi 10 giorni di settembre si è assistito a un innalzamento degli acquisti di veicoli dotati di motori Euro6 di ultima generazione e lo stesso vale per quelli mandati alla demolizione. Il risultato subito ottenuto ha riguardato una forte (e dimostrata) riduzione della CO2. In pratica, attraverso l’immediato rifinanziamento si sarebbe data continuità a quegli incentivi che servono concretamente a pulire l’aria e a rendere più sicure le strade.

Sono importanti anche le auto elettriche, non lo possiamo negare, viste le normative stringenti in vigore e in arrivo, ma le emergenze, ora, sono anche altre: svecchiare il parco con tutti i benefici che ne derivano, dare ossigeno ai concessionari, fare lavorare gli stabilimenti e la catena dei fornitori, evitare licenziamenti (chissà cosa accadrà il 31 marzo quando il blocco del Governo verrà meno…) e il ricorso massiccio alla cassa integrazione, assicurare le necessarie entrate fiscali allo Stato.

La Legge di Bilancio 2021 ha reintrodotto gli incentivi dopo uno stop – per quel che riguarda i veicoli che fanno il mercato, quelli a benzina e Diesel di ultima generazione – arrivato, come già rimarcato, prima della metà dello scorso settembre. Se ci fosse stato un piano più razionale (ripagato con il gettito fiscale) e di medio-lungo termine, la situazione in questo momento sarebbe diversa e alle incognite di questo 2021  si sarebbe risposto con una maggiore positività di pensiero.

Tra alcuni mesi, poi, si andrà a votare a Roma e a Milano, Capitale d’Italia e Capitale economico-finanziaria, città simbolo del Paese, per il rinnovo dei rispettivi sindaci e consigli comunali. E dalle urne arriverà la pagella ai due primi cittadini uscenti, Virginia Raggi e Beppe Sala, e alle rispettive amministrazioni amiche dei radical-chic e di chi si professa di sinistra o “grillino” per pure ragioni di moda e di comodo, anche e soprattutto sui temi della viabilità urbana.

Aria nuova in entrambi i casi non guasterebbe e già si affacciano alla ribalta possibili candidati con visioni legate alla realtà, al fare veramente e non all’ideologia capace di arrecare solo danni. Insomma, sarà un 2021 tutto da scoprire. Che Dio ce la mandi buona.

 

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