Aniasa: “Adeguare il Codice della Strada alla sharing mobility”
Incoraggiare e sostenere le nuove forme di “smart mobility” attraverso un quadro normativo al passo con i tempi, riconoscendo nel Codice della Strada, fermo al 1992, le nuove forme di mobilità condivisa. Sono questi gli obiettivi delle proposte illustrate da Aniasa, l’Associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, nel corso dell’audizione presso la IX Commissione (Trasporti, Poste e Telecomunicazioni) della Camera dei Deputati sul tema “Modifiche al codice della strada”.
I rappresentanti dell’associazione hanno sottolineato come il settore del noleggio veicoli abbia registrato negli ultimi anni una forte e continua crescita: tra il 2000 e il 2018 ha immatricolato oltre 6,3 milioni di veicoli nuovi e rappresenta il 23% delle immatricolazioni nazionali; ogni giorno per ragioni di business e turismo oltre 900.000 persone utilizzano i servizi del noleggio a lungo termine, 94.000 quelli del noleggio a breve termine e oltre 19.000 il car sharing,
“L’attuale Codice”, ha evidenziato ai membri della Commissione il presidente Aniasa, Massimiliano Archiapatti, “costituisce, ormai, un ostacolo all’innovazione e all’affermarsi di nuovi e più sostenibili modelli di fruizione dei veicoli. Elaborato ormai oltre 25 anni fa, evidenzia da tempo profili anacronistici e di sostanziale inadeguatezza: nel 1992 circolavano sulle nostre strade 31.000 veicoli a noleggio a lungo o breve termine, oggi abbiamo superato quota 1 milione di veicoli ed è possibile prendere un’auto in affitto da pochi minuti a 5 anni”.
Tra le principali proposte illustrate dell’Associazione ai membri della Commissione: l’introduzione nel Codice di una definizione di “vehicle sharing” e l’armonizzazione delle regole per la gestione e la fruizione (accesso alle ZTL, uniformità della segnaletica stradale, accesso alle corsie preferenziali, previsioni di stalli dedicati in prossimità dei luoghi di interesse) dei servizi nei diversi Comuni, con l’obiettivo di facilitare la vita degli automobilisti e mettere gli operatori nelle condizioni di pianificare un’offerta integrata; la previsione della possibilità, oggi negata, a taxi e servizi di Ncc di prendere a noleggio il proprio veicolo, oltre che in proprietà o leasing finanziario; l’introduzione della possibilità di noleggiare veicoli con portata superiore a 60 quintali, oggi prevista solo tra imprese iscritte all’Albo in conto terzi. Una limitazione, questa, presente solo in Portogallo e Spagna e che indebolisce la competitività delle aziende di trasporto nazionali.
“La mobilità a noleggio oggi può rappresentare – ha concluso Archiapatti – un immediato volano dell’evoluzione verso modelli più sostenibili e sicuri e un acceleratore della svolta elettrica”.
I veicoli a noleggio sono tutti di ultima generazione, equipaggiati con gli ultimi sistemi di sicurezza e, rispetto alla media del parco circolante, emettono meno della metà di monossido di carbonio/ossido di azoto. Inoltre, il particolato emesso dalle vetture diesel a noleggio è inferiore dell’85% e gli idrocarburi incombusti del 70%. Al contempo, il settore già oggi rappresenta la metà delle immatricolazioni di vetture elettriche (circa 2.500 nel 2018).