Doxa: “Sulla mobilità che cambia ci vuole più informazione”
Doxa, in occasione di Euregio Expo Mobility,evento svoltosi a Bolzano, ha condotto oltre 1.000 interviste CAWI (computer aided web interviews) a un campione di popolazione italiana rappresentativo nazionale e oltre 100 interviste a Piccole e Medie Imprese,.
Cosa è emerso? Che se oggi la mobilità ha ancora un vissuto dicotomico (in parte evoca libertà e possibilità, in parte caos e inquinamento),che porta a una sua connotazione di “compromesso” nel 31% dei casi
la mobilità che gli italiani desiderano per il futuro è di certo più pulita, efficiente, integrata, connessa.
Ma cosa hanno in mente gli italiani quando si parla di mobilità sostenibile?
“Per cogliere la pancia degli italiani e misurarla”, dice Barbara Galli, direttrice della Business Unit Mobility in Doxa e relatrice all’evento di Bolzano,“abbiamo utilizzato una nostra tecnica di rilevazione che si chiama “T@lk”.
In breve, consiste nel somministrare domande proiettive a campioni ampi di rispondenti, analizzare il loro storytelling con software di text analytics e ricercatori qualitativi per dare un nome e una misura(attraverso ciò che si chiama clusterizzazione semantica) alle varie sfumature di immagine, evocazioni e percezioni della mobilità sostenibile. Questa la domanda che abbiamo posto ai nostri oltre 1.100 rispondenti”.
“L’analisi ci ha portato a identificare”, continua Galli, “quattro dimensioni che caratterizzano la mobilità sostenibile: nuova mobilità con nuovi mezzi; senso etico verso l’ambiente; energia pulita; un orizzonte inevitabile. Dimensioni che raccontano di qualcosa che se anche oggi non c’è ancora di certo dovrà arrivare e richiederà impegno da parte di opinion maker, istituzioni, costruttori e altri player rilevanti nel sistema Paese anzitutto a diffondere informazione e formazione, per agevolare comportamenti virtuosi da parte dei cittadini e scelte consapevoli. E dei cittadini stessi”
Il tema della diffusione di informazione è realmente cruciale. Basti vedere l’andamento delle ricerche su Google in relazionea diesel e auto ibride in corrispondenza di annunci di blocchi di produzione o chiusura di zone al traffico
Una search che si concentra prevalentemente ancora sull’ ibrido come alimentazione alternativa perché ritenuta una scelta più “gestibile”. Sulle auto elettriche il dibattito online riflette la complessità dell’argomento: dubbi su Infrastrutture, dimensioni delle batterie, durata delle stesse, costo di acquisto.
È interessante notare come, in media, gli italiani siano attualmente convinti che la durata di una batteria di un’auto elettrica sia di circa 4 anni.
“E dopo i 4 anni cosa accade? C’è bisogno di fare cultura, di diffondere paramentri effettivi, di dare orizzonti sulla realizzazione delle infrastrutture e sul dibattito legislativo,sui possibili incentivi e di diffondere nuovi approcci alla multi mobilità” sostiene Galli. “Gli italiani sono consapevoli che si debba evolvere verso approcci più smart. E ritengono particolarmente utile la trasformazione in elettrico dei mezzi pubblici e anche delle autovetture”
“Per questo, ma non solo, una nuova primavera dell’auto e un nuovo modello di mobilità sono possibili. Ma a partire da informazione, investimento e percorsi chiari. Seguendo i modelli virtuosi che già ci sono e proponendone altri; lavorando in modo integrato con mobilità e territorio e con le strutture che lo animano, dall’hotellerie alle arene per concerti”, conclude Barbara Galli.