Viaggiare in elettrico si può: firmato Lorena e Valentina

di Valerio Boni

In quattro giorni, dalla Toscana al Salento, hanno provato esperienze nuove: adottato le tartarughe Alessandra e Giotto, ospiti dell’ospedale della Fondazione Cetacea di Rimini, pescato da un trabocco abruzzese, pernottato in un glamping, inaugurato giardini a Trani. Ma soprattutto in 96 ore hanno guidato due moto elettriche per 1.000 chilometri, da Vinci fino a Ostuni, infrangendo quel luogo comune che vuole i veicoli elettrici adatti solo alla guida in città o poco più, non certo a misura di viaggio.

L’avventura del Terzo millennio. Lorena Bega e Valentina Bruno, influencer di Milano e Ostuni, hanno unito le loro forze per realizzare il Girls Energica Tour, a tutti gli effetti un’avventura del terzo millennio che ha catalizzato l’attenzione del web, e non solo. Un’iniziativa partita per caso, o poco più, che le due motocicliste hanno saputo trasformare in un vero evento, che ha potuto contare sul patrocinio di Legambiente e Save the Planet, ma anche sull’appoggio di Telepass.

Un’idea nata per gioco. La scintilla è partita da Valentina, il giorno in cui il fratello ha deciso di aprire un negozio dedicato alla mobilità elettrica a due passi da Firenze. «Sapendo di farmi un piacere, visto che sono motociclista da sempre, si è offerto di spedirmi in Puglia una Energica elettrica. Ma perché caricarla su un furgone? Posso venire a prenderla, però non voglio fare il viaggio da sola». Sapeva che Lorena sarebbe stata la compagna di viaggio ideale, abituata a trasferte su due ruote assolutamente non convenzionali e ha cominciato a corteggiarla sui social, fino a quando è riuscita a trasformarla nella complice perfetta.

Scortate da rumorose biker.  Hanno pianificato tutto nei minimi dettagli, hanno perfino rinunciato a partire a luglio per avere la certezza che tutto potesse funzionare alla perfezione. E in quattro giorni il successo è cresciuto giorno dopo giorno, per concludersi con l’arrivo al tramonto a Ostuni, scortate da un gruppo di motocicliste locali in sella a moto convenzionali, che hanno sopraffatto il caratteristico sibilo della moto elettrica con il quale hanno ben presto imparato a convivere.

L’orgoglio italiano. Il primo viaggio tutto femminile e tutto italiano a emissioni zero da Nord a Sud è stato portato a termine in sella a una Eva EsseEsse9+ e una Eva Ribelle, le moto 100 per cento elettrichecostruite a Modena da Energica, note per le prestazioni brillanti, ma fino a oggi mai utilizzate per il mototurismo. Un tour che ha reso felici i partner, a cominciare da Legambiente e Save the Planet, che da anni spingono per un rapido passaggio dai motori convenzionali alla mobilità elettrica. Come sostengono da anni, viaggiare in modo diverso ed ecosostenibile è possibile, ma bisogna crederci, come hanno fatto le due influencer.

Cala la CO2, non l’emozione. Uno degli obiettivi del Girls Energia Tour era quello di ridurre al minimo le emissioni di CO2, rimanendo entro il limite dei 20 kg complessivi al termine dei 1.000 chilometri di viaggio. Un valore nettamente inferiore ai 193 kg di anidride carbonica liberata nell’aria da un’auto media a benzina e con un taglio del 94 per cento rispetto ai 336 kg emessi da due moto convenzionali con cilindrata compresa tra gli 800 e i 1.000 cc. Non bisogna infatti dimenticare che le Energica Eva EsseEsse9+ ed Eva Ribelle hanno prestazioni di alto livello, rispettivamente con potenze di 80 e 107 kW e accelerazioni brucianti. 

Addio vibrazioni e benzinai. Resta da chiarire quanto una moto elettrica, silenziosa e apparentemente più fredda nel temperamento, possa soddisfare il motociclista più incallito. Convincere chi non vuole nemmeno immaginare un mondo senza cilindri e impianti di scarico sarà impossibile, ma Lorena ha provato a spiegare che cosa la Eva Ribelle che ha guidato per quattro giorni le ha trasmesso. «Le esperienze sono evidentemente diverse, non c’è il cambio e bisogna prendere confidenza con il notevole freno motore che interviene appena si chiude l’acceleratore, contribuendo a rigenerare energia e ricaricare la batteria. La guida è diversa, ma comunque divertente, perché le prestazioni ci sono eccome. La differenza che mi ha colpito di più? L’assenza di vibrazioni e calore. Oltre all’impagabile soddisfazione di vedere scorrere le aree di servizio autostradali senza doversi fermare a fare il pieno di benzina».

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