Foto: Gino Macaluso

Torino: i “gioielli” della Fondazione Gino Macaluso

di Roberta Pasero

Una wunderkammer, non un museo. Una camera delle meraviglie non una collezione immobile. Un modo, soprattutto, per dare ordine ai ricordi e alla passione di un uomo dalle tante vite parallele: Gino Macaluso, architetto, campione europeo di rally nel 1972, collezionista d’automobili e imprenditore di orologeria alto di gamma, in particolare dei marchi Girard-Perregaux e Daniel Jean Richard.

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Nasce con questo mood, a Torino la Fondazione Gino Macaluso per l’Auto Storica a 10 anni dalla morte. Una gloriosa collezione che realizza il suo sogno di riunire le grandi automobili sportive da rally, da pista e gran turismo. Quelle che raccontano l’epopea e lo stile dell’automobilismo dagli anni Sessanta agli inizi del Ventunesimo secolo. Quelle che qui sono esposte, con lo sfondo scenografico ispirato ai vecchi hangar aeronautici degli anni Trenta, accanto all’officina per il restauro, l’archivio e la biblioteca dell’automobile.

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Ogni «pezzo» di motorsport racconta una storia di velocità e di bellezza, di forma e tecnologia. Di passione e avventura. Come quelle con livrea rossa bianca e blu di Lancia Martini, dalla 037 alla Delta Integrale Safari. Come le francesi Renault Alpine e R5 Turbo, irraggiungibili nei rally dal Marocco a Montecarlo, come BMC Mini Cooper S e il prototipo di Fiat Abarth X1/9, modello con il quale nel 1974 Macaluso disputó la sua ultima gara in coppia con Clay Regazzoni.

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«La missione della Fondazione è rinnovare il sentimento che aveva Gino Macaluso per l’auto e la sua bellezza. L’auspicio è che contribuisca pure a fare estendere a Torino la Motor Valley italiana per disegnare una nuova geografia culturale dei motori», spiega Monica Mailander Macaluso, presidente della Fondazione dedicata al marito e che al momento é visitabile su prenotazione. E poiché é una collezione in movimento, dall’autunno parteciperà ad alcuni importanti eventi, come il «Milano Monza Open Air Motor Show», a fine ottobre, la mostra «The Golden Age of Rally – Le grandi sfide», sulla storia dei campionati mondiali di rally al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, il «Goodwood Festival of Speed».

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«Celebreremo l’uomo che amava il design sia nelle auto, che per lui erano sculture veloci, sia negli orologi», assicura Lord Charles Richmond in collegamento da Goodwood per il battesimo virtuale della Fondazione. Qui, a catturare gli sguardi, sono anche le gran turismo da strada che Macaluso definiva sculture. Come l’aerodinamica Bizzarrini 5300 GT, disegnata nel 1965, e Lamborghini Miura 400 SV che nel 1966 fece invecchiare di colpo tutte le supercar dell’epoca. Auto che facevano dire al collezionista: «Ho trovato certi valori nelle auto che quando correvo non avevo identificato. Per me, allora, erano solo uno strumento per vincere. Poi ho capito che sono la più intensa espressione della creatività del Ventesimo secolo. E che danno soddisfazioni anche soltanto nel vederle, nello spolverarle».

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