Se io fossi assessore alla Mobilità

di Massimo Ghenzer*

La mobilità nelle città è uno degli snodi cruciali per i cittadini. Il modo in cui è solitamente affrontato dai responsabili delle amministrazioni locali, indulge alla demagogia e non parte da un’analisi corretta del problema. Se fossi assessore alla Mobilità di un’importante città italiana, ristabilirei subito una giusta lettura delle cause del riscaldamento dell’atmosfera e dell’inquinamento dell’aria.

Le auto ne rispondono solo per una parte minima. In effetti, studi recenti dicono meno del 20%. I diesel fino all’Euro 3, poi, sono meno del 30% del parco auto vecchio. La grande maggioranza riguarda le vetture a benzina. Se ne deduce che vietare ai vecchi diesel di circolare è una decisione illogica e non risolve il problema. Da assessore ristabilirei una verità provabile, condividendo questi dati con i media e con la cittadinanza.

Eliminerei, quindi, i divieti e passerei ad altro. Il cliente medio è il più colpito dalla globalizzazione e dalla crisi del 2008; e ha bisogno di aiuti, non di divieti. L’aiuto che si può e si deve dare al cliente medio è un piano pluriennale del rinnovo del parco.

In molte città del Nord Europa, per favorire l’acquisto delle vetture elettriche vengono erogati incentivi sostanziosi, e i risultati sono evidenti

Lancerei, con l’aiuto delle Case e delle società di credito al consumo, un piano di fortissima incentivazione al rinnovo del parco. E l’incentivo lo renderei proporzionale al livello delle emissioni e della grandezza dell’auto scelta: a emissioni più basse maggiori incentivi e così anche per le vetture più piccole. In città gli spazi sono vitali e le «piccole» vanno promosse.

Un altro strumento che si sta affermando, ma incontra alcune resistenze, è il car sharing.

Chi abita in città lo trova utile, anche i giovani l’apprezzano. Da assessore ne favorirei la diffusione insieme al car sharing dei parchi auto delle grandi aziende. In definitiva, eliminerei gli odiosi divieti e mi dedicherei al rapido rinnovo del parco. Quindi, passerei al graduale rinnovo del trasporto pubblico. Si potrebbero assegnare i diritti pubblicitari dei nuovi bus ad aziende ad hoc in cambio di un corposo contributo al rinnovo del parco. Tanto altro si potrebbe e dovrebbe fare, ma l’unica cosa da evitare è penalizzare il cliente medio con divieti inutili.

*Presidente di Areté-Methodos

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