Rimorchi  e semirimorchi: è allarme sicurezza

di Sandro Mantella*
I dati che le elaborazioni statistiche ci restituiscono, continuano a dirci che il mercato dei veicoli rimorchiati è influenzato in modo rilevante dall’incertezza della politica economica, dalla mancanza di prospettive strategiche e conseguentemente dalla discontinuità e frammentarietà degli strumenti di indirizzo e di sostegno.
 
Per i veicoli trattori, sui quali è puntato l’indice ambientale, la politica si è sforzata di ritagliare un contributo straordinario che, secondo quanto si legge nel DL fiscale pubblicato sulla “Gazzetta Ufficiale” del 26 ottobre scorso, stanzia poco meno di 26 milioni di euro per il biennio 2019-2020, da destinare all’acquisto di veicoli industriali a basso impatto ambientale contro rottamazione.
 
Da tempo continuiamo a chiedere che un passo analogo venga compiuto anche nel comparto dei veicoli rimorchiati, avendo come obiettivo la massimizzazione della sicurezza stradale, seriamente compromessa dalla circolazione di un numero rilevante di veicoli obsoleti, privi dei dispositivi di sicurezza resi obbligatori dai più recenti aggiornamenti della normativa internazionale di omologazione.
Cogliamo l’occasione per ricordare in proposito l’ultimo studio che Aci ha dedicato alla localizzazione degli incidenti stradali per il 2018, dal quale emerge che la percentuale di incidenti che vedono coinvolti veicoli destinati al trasporto di merci è di circa un terzo del totale. Si tratta di un dato aggregato che concerne tutte le categorie di massa e che riguarda i trasporti di merci in quanto coinvolti e non necessariamente responsabili. Tuttavia è un dato che fa riflettere e che suggerisce valga la pena di indagare più a fondo sulle caratteristiche dei rimorchi e dei semirimorchi che circolano sulle nostre strade.
*Coordinatore del Gruppo Rimorchi, Semirimorchi e Allestimenti di Unrae

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